Reggio

Martedì 24 Settembre 2024

Rosarno, continuazione tra due condanne: accolto il ricorso di Francesco Pesce

La prima sezione della Corte di Cassazione ha accolto il ricorso proposto dagli avvocati Mario Santambrogio e Giacomo Iaria in favore di Francesco Pesce. I giudici capitolini hanno annullato l'ordinanza con cui la Corte d'Appello di Reggio Calabria, prima sezione penale, non aveva riconosciuto a Francesco Pesce il vincolo della continuazione fra due sentenze di condanna. La continuazione richiesta dai legali del rosarnese, gli avvocati Santambrogio e Iaria, si riferiva ad una sentenza di condanna a 26 anni che era stata emessa dal Tribunale di Reggio Calabria. Un pronunciamento che riguardava la sua condotta di promotore di associazione mafiosa ed altra condanna a 2 anni e 8 mesi nell'ambito di un procedimento di Milano, nel quale Pesce era invece accusato di reati attinenti al traffico di sostanze stupefacenti. Sebbene – spiegano gli avvocati Santambrogio e Iaria – i fatti fossero stati commessi in luoghi differenti (Rosarno nel primo caso, Milano nel secondo) e nonostante la tipologia dei reati fosse del tutto differente (rispettivamente associazione di stampo mafioso e reati di droga) vi erano, però, dei collegamenti attraverso i quali potesse ritenersi che il disegno criminale dell'associazione della quale ha fatto parte Francesco Pesce comprendesse il reato di droga e che, dunque, anche se in contesti logistici diversi, la progressione criminale si realizzasse anche in contesti extraterritoriali. La Corte d’Appello di Reggio Calabria, nella sua sentenza, aveva rigettato l'istanza di continuato sostenendo che la giurisprudenza indicata non fosse sufficiente a superare il dato della lontananza del luogo di commissione dei fatti.

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