Tagli, tagli e ancora tagli. Quando la gestione della sanità diventa esclusivamente ragionieristica, ecco che la “razionalizzazione” non si concretizza in altro che chiusure e smantellamento di servizi. Se la logica è davvero questa o se la strategia è a più ampio respiro nell’ottica di un miglioramento generale del sistema, saranno i fatti a certificarlo. Intanto, però, i segnali dell’ennesimo passo su un terreno certamente scivoloso il sindaco Giuseppe Falcomatà li ravvisa tutti. E protesta pubblicamente, prima con i comunicati stampa e adesso con un post su Facebook. Sotto i riflettori resta il piano dell’Asp – sottoposto al parere degli amministratori locali – per la chiusura di circa la metà delle guardie mediche sul territorio metropolitano. A lanciare l’allarme, manifestando tutta la contrarietà possibile, è stato proprio Falcomatà nei giorni scorsi. «È in atto – scrive ora il primo cittadino sul canale social – una strategia complessiva che punta a smantellare l’intero sistema della sanità territoriale della quale non saremo né complici né silenti spettatori».
È lo stesso sindaco a fare presente che «l’Asp ci ha comunicato nei giorni scorsi che sarà soppressa la metà delle guardie mediche ad oggi presenti sul territorio metropolitano, circa 50! Inoltre – aggiunge Falcomatà – il laboratorio di analisi pubblico di via Willermin è a rischio chiusura, così come i poliambulatori di Gallico e di Pellaro. Quest’ultimo, a detta dell’Asp, sarebbe “alternativo” allo storico presidio di via Padova, quindi dovrebbe essere soppresso l’uno o l’altro».
«La chiamano “razionalizzazione”, ma si tratta di uno dei più feroci attacchi al diritto alla salute che il nostro territorio abbia mai vissuto che, combinato con la legge sull’autonomia differenziata, certificherebbe la morte del nostro sistema sanitario territoriale pubblico», accusa senza mezzi termini Falcomatà.
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