Reggio

Domenica 29 Settembre 2024

Rapina a Montebello Jonico, l'imputato: «Con signor Pio come un padre e figlio: estraneo ai fatti»

Chiede scusa per il grave comportamento tenuto in aula - atteggiamento minaccioso nei confronti di una testimone e parte offesa a tal punto da costringere la presidente del Tribunale collegiale a disporre una relazione sull'accaduto ed affidata agli agenti della Polizia penitenziaria che l’avevano quel giorno in custodia - il georgiano accusato, insieme ad altri tre connazionali (due dei quali identificati ma irreperibili), di una barbara rapina in casa di una famiglia di Montebello Jonico alla presenza di un bimbetto di tre anni. Il georgiano Dato Adeishvili Tavartkiladze, classe 1991, si affida alle dichiarazioni spontanee fornendo la propria versione dei fatti. Non convince pienamente, ma ci prova: «Durante quel procedimento, venivo accusato che la guardavo, cioè, in una maniera brutale. Però in realtà non ero io, era lei che mi guardava». Ed aggiunge: «Io non mi permetterei mai guardare in un modo che sia brutale oppure minaccioso. E chiedo alla Sua Signoria, Dottoressa, la scusa, insomma, per il comportamento che non è stato capito: io sono disposto di chiedere scusa su quello che è accaduto, però io non ho alcuna colpa. Mi ricordo anche che ero seduto come sono seduto adesso e unica cosa che io guardo è il mio avvocato, quindi non ho avuto mai intenzione di guardare altre persone, soprattutto in un modo diciamo di poco conto oppure ignobile». Con l’esame dell'imputato il processo volge alla conclusione. Chiuso il dibattimento, la prossima udienza in calendario il 7 ottobre sarà incentrata sulla discussione di Pubblico ministero e difensori.

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