Solo quattro imputati hanno scelto il rito ordinario, i restanti ventisei procederanno con l'abbreviato (tre dei quali condizionato all'escussione in aula di uno degli imprenditori parte offesa e presunte vittime delle richieste estorsive). È stata formalizzata ieri, nell'udienza celebratasi all'Aula bunker davanti al Gup Margherita Berardi, la scelta dei percorsi processuali chi è rimasto coinvolto nell'operazione “Atto quarto”, il blitz della Procura distrettuale antimafia e della Squadra Mobile della Polizia di Stato che ha scardinato gli organigramma moderni della cosca di ’ndrangheta Libri. Gli stessi - chi da capo e chi da fedelissimo, fiancheggiatore o sostenitore economico del clan con base operativa nella frazione Cannavò - che avrebbero tentato di alzare l'asticella della aspirazioni criminali puntando ad espandersi al centro storico non disdegnando di condividere interessi ed affari in provincia, nella Locride, nella Piana di Gioia Tauro, in Aspromonte, e in alcune realtà economico-sociali del nord Italia, Lombardia e Piemonte soprattutto raccomandando e tracciando dei percorsi privilegiati agli imprenditori di riferimento capaci di aggiudicarsi lucrosi appalti pubblici tra Milano e Torino.
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