Oltre un centinaio di agenti della Polizia di Stato hanno tenuto stamane, dinanzi alla Questura di Reggio Calabria, un sit-in di protesta sui temi della sicurezza e dell’organizzazione del lavoro. «I motivi della protesta sono semplicissimi - ha detto ai giornalisti il segretario nazionale del Siulp, Felice Romano - cadono in un contesto internazionale delicato, con il rischio di attentati, e in una terra, come la Calabria, martoriata dalla criminalità organizzata, situazioni in cui donne e uomini della Polizia di Stato lavorano in condizioni impossibili: sotto organico, malpagati, senza mezzi».
«In questo quadro - ha proseguito Romano - ci si mette di mezzo anche chi gestisce, che fa mancare la serenità, l’imparzialità della situazione a favore di altre organizzazioni vicine alla compagine governativa, che con la scusa di raccattare qualche tessera, minano la serenità di chi sta lavorando contro la criminalità.
L’altro ieri - ha aggiunto - eravamo insieme alla Cisl a protestare a Palazzo Vidoni contro la parte del Decreto che dà quattro anni di carcere a chi fa un corteo pacificamente, e non è questa la risposta che ha bisogno il Paese. Il Paese ha bisogno di un apparato di sicurezza ben formato e abbia il personale per garantire il controllo del territorio e, soprattutto, rispettato e ben pagato. Non serve aumentare - ha concluso - le pene edittali quando in carcere non ci va nessuno».
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