Pressioni, ricatti, minacce che portano alla fine ad ottenere più di quanto era stato chiesto in principio. Il mondo ultras milanese era in fibrillazione prima della semifinale di Champions League 2023: nella partita che avrebbe decretato una delle due finaliste del torneo continentale più importante si sarebbero scontrate Inter e Milan. Ed entrambi i direttivi delle due tifoserie, che dell’evento sportivo in sé importava il giusto, stipularono un patto per spartirsi gli enormi introiti derivanti dai biglietti.
Ne è dimostrazione, secondo i magistrati, il patto verbale perfezionato tra i capi ultras Marco Ferdico, Andrea Beretta, Antonio Bellocco dell’Inter e il ras della Curva Sud del Milan Luca Lucci che «hanno anticipatamente concordato di dividersi il ricavato». La storia parte proprio dai malumori manifestati da Ferdico, Beretta e Bellocco prima della finale di Istanbul a causa della riduzione del numero dei biglietti destinati alla Curva Nord. Gli ultras chiedevano in principio 1500 biglietti, la società era disposta a metterne a disposizione della curva 800.
«Intimamente collegato al tema degli introiti percepiti dal direttivo – spiegano i magistrati in riferimento ai tifosi nerazzurri - è quello della ricerca di biglietti da poter rivendere a prezzi maggiorati, che finisce col coinvolgere, in maniera certamente da approfondire, alcuni esponenti della struttura amministrativa e della stessa componente sportiva dell'Inter».
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