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Reggio Calabria, il processo “Pollino” su 'ndrangheta e narcotraffico regge anche al vaglio della Cassazione

Esterno del Palazzo di Giustizia, sede della Corte suprema di cassazione, durante la cerimonia per l'apertura dell'anno giudiziario 2021, Roma 29 gennaio 2021. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

Regge in Cassazione l’impianto accusatorio sul quale si è fondato il maxiprocesso “European ’ndrangheta connection - Pollino”, che si è definito con il rito abbreviato. La sesta sezione penale ha respinto i ricorsi presentati per 28 imputati e quello del procuratore generale, accogliento parzialmente le argomentazioni difensive per altri 4 imputati.
Nel dettaglio i giudici ermellini hanno disposto l’annullamento della sentenza impugnata con riferimento a Francesco Marando, (difeso dagli avvocati Vincenzo Nobile, Valerio Vianello Accorretti e Alessandro Bavaro) limitatamente al capo a45; ad Antonio Paparo, (avv. Donatella Nucera), limitatamente al capo a51; a Stefano Scalia, (avvocati Valeria Iaria e Antonio Femia) limitatamente all'aumento per continuazione; e a Fabio Giulio Rubino, (avv. Patrizia Sebastianelli) limitatamente all'aumento per continuazione apportato per il capo a59bis, e per l’effetto ha rinviato ad altra sezione della Corte di Appello di Reggio Calabria «per nuovo giudizio su detti punti».
La Cassazione, infine, ha respinto i ricorsi presentati per gli altri imputati e quello del Procuratore Generale presso la Corte d'appello di Reggio Calabria.
All’esito del secondo grado di giudizio la Corte di appello di Reggio Calabria ha disposto condanne per un totale di poco oltre 3 secoli di reclusione, rideterminando le pene per 21 imputati e confermando la pena decisa dal gup in relazione ad altre 12 posizioni. Alcuni degli sconti di pena più rilevanti sono quelli che riguardano, in particolare, l’imputato Giuseppe Romeo (cl. 86), assolto dall’associazione per traffico di droga con la rideterminazione della pena da 20 anni a 10 per due reati di droga aggravati dall’articolo 80, ingente quantitativo, difeso dall’avv. Leone Fonte e in cassazione anche dall’avv. Valerio Spigarelli, nonché gli imputati Domenico Romeo, Francesco Luca Romeo, già condannati a 20 anni in primo grado, difesi dagli avvocati Vincenzo Nico D’Ascola, Mario Zangari e Sandro Furfaro. Altre rideterminazioni sono quelle che hanno riguardato alcuni imputati difesi dagli avvocati Vincenzo Nobile, Giuseppe Zangari, Piermassimo Marrapodi, Giuseppe Lemma, Carlo Morace, Davide Barillà, Rocco Mollace, Guido Contestabile, Antonio Russo, Antonio Femia e Alessandro Bavaro.
Sono state confermate le pesanti condanne a 20 anni di reclusione ciascuno per Antonio Pelle (cl. 62), Domenico Pelle (cl. 92) e Francesco Pelle (cl. 90).

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