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L’Arpacal a Palmi: tutti i valori nei limiti dopo l’incendio alla “Poly2Oil”

L’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente ha analizzato i dati degli inquinanti. Chiuso lo scarico del depuratore aziendale, la falda si trova a diverse centinaia di metri. Anche i campionamenti delle acque superficiali non hanno evidenziato contaminazioni

Si sono concluse in questi giorni le attività di campionamento della matrice suolo da parte di Arpacal sui punti di maggiore ricaduta dei fumi a seguito dell’incendio dello scorso 13 luglio che per quasi una settimana ha interessato l’impianto di selezione rifiuti “Poly2Oil” in contrada Pontevecchio di Palmi.

Lo ha reso noto la stessa Arpacal pubblicando un resoconto sul proprio portale e rispondendo con una lettera alla Garante regionale della Salute, Anna Maria Stanganelli, che nelle ore immediatamente successive allo scoppio dell’incendio aveva scritto al Prefetto di Reggio Calabria e al commissario straordinario dell’agenzia per chiedere l’istituzione di un tavolo tecnico e dettagliate informazioni in merito all’emergenza nube tossica nella Piana.

Le attività di laboratorio – fa sapere Arpacal – sono già cominciate e i risultati delle analisi sui livelli di inquinanti quali IPA, PCB e diossine relativi ai campioni di “top soil”, vista la complessità dei parametri ricercati, saranno resi noti appena disponibili. Nel dettaglio, il campionamento del “top soil” è stato preceduto da uno studio basato sulla simulazione per l’intero periodo interessato dall’emissione dell’incendio (dal 13 al 19 luglio) con campi di concentrazione orari. In questo modo è stato possibile valutare le aree maggiormente impattate del pennacchio di fumo e, dunque, in termini di ricaduta delle polveri, e seguendo l’evoluzione nel tempo dell’incendio stesso, si è individuata la “zona di massima esposizione”, in corrispondenza della sorgente indicata con un punto nero e che le aree maggiormente impattate sono quelle in corrispondenza delle due direzioni prevalenti del vento.

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