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Reggio Calabria, l’Università per stranieri Dante Alighieri non ha più debiti e rilancia

Denunce e carte bollate. Associazioni l’un contro l’altra armata. Falcomatà furente e Tramontana pure. L’Università per Stranieri, dunque, si trova nell’occhio del ciclone. Ma, come tutti sanno, mentre tutto intorno soffiano venti micidiali, nell’occhio del ciclone c’è una calma assoluta. Non stupisce, dunque, che mentre tutti si accapigliano il Cda della Dante Alighieri ha discusso e approvato – mercoledì scorso – un nuovo progetto di sviluppo e rilancio presentato dalla società Accademia Internazionale Benefit , attiva nel mondo della formazione universitaria. E pare che questo progetto sia stato approvato con una preventiva valutazione più che positiva da parte della comunità accademica. Sembra, infatti, che in molti dentro l’Università siano ben lieti di ricominciare a programmare, dopo la lotta fatta in questo ultimo anno per garantire la sopravvivenza dell’Università e arrivare all’estinzione del debito (questa è la vera buona notizia), nuovi corsi di laurea e un futuro che si preannuncia roseo. In via Torrione, dunque, ci sarebbe un nuovo partner che mette sul piatto milioni di euro per la creazione di nuovi corsi di laurea, nuovi master, l’assunzione e la formazione del personale. Milioni di euro portati a Reggio Calabria.
Unici grandi assenti a quel CdA erano gli enti – Comune, Città Metropolitana e Camera di Commercio –, che non pagano le quote dovute all’Università ormai da più di dieci anni. Il motivo dell’assenza è che il Sindaco ha dichiarato di aver lui ricostituito il CdA, comunicandolo al Ministero con un nuovo partner che in realtà si rifà ad un vecchissimo partner (la Società Nazionale Dante Alighieri) che, in perfetta consecutio con il sindaco e il presidente della Camera di commercio, quando sedeva a sua volta nel CdA dell’Università, non ha mai contribuito con un euro al sostentamento dell’Ateneo. Quindi il nuovo Consorzio, quello del sindaco, annunciato in pompa magna come soluzione definitiva e risolutiva, ma a costo zero. Dove li prenderanno i soldi? Circola la voce che sia stato chiesto alla Regione Calabria di sostenere la società di Roma che a sua volta dovrebbe sostenere l’Università. In una regione troppo povera anche per garantire i livelli minimi di decenza della sanità pubblica, si potrebbe mai pretendere che un’Università che ha già un’offerta da un soggetto serio e con la voglia di investire immediata, tolga al territorio denaro pubblico destinato alla Calabria? Il fine giustifica i mezzi, avrebbe detto Machiavelli ma questo sarebbe davvero troppo.

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