Tutto da rifare. Il percorso di accreditamento deve ricominciare daccapo. E intanto? Strutture chiuse e pazienti da ricollocare. Questo lo scenario che si era profilato nel corso del vertice in Prefettura. L’incontro chiesto dalle parti sociali (sindacato Usb e Coolap) per trovare una soluzione per la vicenda della psichiatria ha fatto emergere le tensioni di una vertenza che dopo oltre trent’anni pare non trovare una soluzione. Ma il rischio di un’emergenza sociale oltre che sanitaria ha fatto rientrare i toni e maturare l’idea di una soluzione ponte. Si parte dalla sentenza del Tar che boccia i criteri individuati dalla Regione per riconoscere l’accreditamento delle strutture miste pubblico-privato nate dopo la legge Basaglia che ha portato alla chiusura del manicomio. Una sentenza dei giudici amministrativi che la Regione pare voglia impugnare chiedendo intanto la sospensiva. E questo comporterebbe del tempo utile per trovare una formula capace di “garantire” ancora per qualche tempo lo status quo. L’ipotesi infatti sarebbe quella di chiudere le strutture che non hanno mai avuto un accreditamento formale dal sistema sanitario regionale e provvedere alla ricollocazione dei pazienti, anziani, fragili. Ipotesi agghiacciante che è anche stata formulata nel corso dell’incontro presieduto dalla prefetta Clara Vaccaro a cui hanno partecipato i rappresentanti di Asp, Regione, Comune e parti sociali. È stato anche chiesto al Comune se disponesse di locali adeguati. Ma poi le tensioni sono rientrate.