Gli affari illeciti che gravitavano intorno alla Curva Nord dell’Inter e allo stadio di San Siro facevano gola a molti in Calabria. Le famiglie di ’ndrangheta del reggino, secondo quanto ricostruito nell’inchiesta “Due curve” della Dda di Milano, avrebbero cercato di pretendere un pezzo di quel business attraverso emissari inviati a discutere con Antonio Bellocco per accampare pretese che, però, il rosarnese avrebbe rimandato sempre al mittente. Era successo con i clan di Platì e lo stesso avrebbe fatto con quelli di San Luca. È ciò che ricostruiscono gli inquirenti milanesi che indagavano sulle dinamiche del tifo meneghino dopo l’uccisione del ras della curva interista Vittorio Boiocchi nel novembre 2022.
Secondo quanto si apprende, infatti, i sanluchesi avrebbero puntato ai guadagni del posteggio di San Siro, una delle entrate dei capi ultrà della curva nord e alle quali partecipava, oltre a Bellocco, anche un altro calabrese, Pino Caminiti.
«Che fra Bellocco e Caminiti sia, quindi, sorto un legame di solidarietà – scrive il gip nell’ordinanza - è reso palese non solo dal successivo incontro del 24 settembre 2023 ma anche dall’organizzazione curata dal medesimo Caminiti del pranzo del 20 ottobre, cui aveva preso parte» un presunto emissario di San Luca.
È ad aprile 2024 che, dall’alto della sua conoscenza delle dinamiche di ‘ndrangheta, «Caminiti – aggiunge il gip - percepisce qualche frizione nel rapporto» con il presunto emissario dei sanluchesi .
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