Sarà unico il processo per le presunte violenze subite nelle carceri “San Pietro” da un detenuto napoletano, Alessio Peluso, un giovane che aveva ingaggiato l'ennesima sfida ribelle contro gli agenti della Polizia penitenziaria (era stato già bandito e trasferito d'urgenza da più istituti penitenziari proprio per le intemperanze di cui si rendeva puntualmente protagonista) e fu rimesso in riga, secondo la tesi accusatoria, con le maniere forti a tal punto che gli stessi inquirenti ipotizzano anche il reato di tortura. Ieri il Tribunale collegiale ha disposto la riunificazione dei due tronconi processuali. Un passaggio procedurale inevitabile nel rispetto dell'economia processuale. Erano infatti due i tronconi processuali perché agli otto imputati iniziali si sono aggiunti i sei agenti prosciolti dal Giudice dell'udienza preliminare ma rinviati in una seconda fase a giudizio dalla Corte d'Appello in accoglimento del ricorso avanzato dalla Procura. Dal filone principale, quello che vede già da mesi in Tribunale l'ex comandante della Polizia penitenziaria del “San Pietro”, Stefano La Cava, cinque agenti in servizio nelle carceri cittadine, un medico e un infermiere (questi ultimi due con contestazioni diverse e estranea alle violenze e potenziale tortura); e il fronte secondario con imputati altri sei agenti della Penitenziaria coinvolti nel pomeriggio di violenze del 22 gennaio 2022.