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Il naufragio con 65 morti al largo di Roccella Ionica, il ministro Piantedosi: “Informazioni e soccorsi immediati”

+ Barca migranti si capovolge al largo Calabria, 50 dispersi ++E' avvenuto a cento miglia dalla costa. Recuperato un cadavere (ANSA) - ROCCELLA IONICA, 17 GIU - Una cinquantina dimigranti risultano dispersi a causa del ribaltamento, a circa cento miglia dalla costa della Calabria, della barca a velasulla quale viaggiavano. In soccorso dell'imbarcazione é giunto un mercantile che ha trasferito successivamente i 12 migrantisuperstiti su un'unità della Guardia costiera che è poi approdata a Roccella Ionica. In porto é arrivato anche ilcadavere di una donna morta dopo essere finita in mare. Sono state attivate adesso le ricerche delle persone disperse, ma, almomento, non ne é stata recuperata nessuna. (ANSA).

Nessuna strage nascosta, nessuna omissione, nessuna sottovalutazione di quanto successo. Nella notte del 16 giugno scorso, a largo della costa ionica della Calabria, è stato fatto tutto il possibile nel tentativo di salvare i migranti a bordo di una barca a vela in difficoltà. E i soccorsi sono stati attivati «immediatamente». La ricostruzione è del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che durante il question time di ieri al Senato ha risposto a un’intepellanza del Movimento 5 Stelle sul naufragio costato la vita a 65 persone, tra cui tante donne e bambini.
Quella maledetta notte erano 70 i migranti a bordo dell'imbarcazione partita dalla Turchia e ormai alla deriva da diversi giorni. «Fu un velista francese – scrivono gli interpellanti – a lanciare l’allarme (al momento del soccorso, in vita erano rimaste solo 12 persone) cui sarebbe seguito l’arrivo di un mercantile inviato dal Centro coordinamento soccorso marittimo che ha raccolto i naufraghi, per poi trasbordarli sulla motovedetta della Capitaneria di porto partita da Roccella Ionica». Il M5S evidenzia fra l’altro che la “rotta turca” è la stessa della strage di Cutro e che «sono emerse – si legge nel documento – anche in questo caso ipotesi di responsabilità per la sottovalutazione da parte delle autorità competenti nell’autorizzazione al soccorso dei naufraghi e per non aver dato corso all’allerta, lanciata il 16 giugno 2024 da “Alarm Phone” al centro coordinamento soccorso marittimo di Roma».
Del caso si sono occupati di recente i giornalisti di “Report”, la trasmissione d'inchiesta di Rai3: «Risulta – incalzano i parlamentari pentastellati – che la comunicazione sulle operazioni successive al soccorso sia stata “carente e in alcuni casi fuorviante”». Il sospetto, in buona sostanza, è che si volesse far sapere il meno possibile secondo «una “strategia” dell’invisibilizzazione e della dispersione, strutturata sulla base della consegna del silenzio». Da qui la richiesta di «chiarire la dinamica dei fatti occorsi in ordine alla vicenda oggetto della trasmissione televisiva, la loro esatta concatenazione, unitamente alla disamina degli ordini impartiti nonché delle rispettive competenze, responsabilità, regole di ingaggio e catena di comando delle istituzioni coinvolte, nonché la condizione attuale dei migranti superstiti unitamente agli accordi eventualmente presi dalle istituzioni e dagli organi coinvolti con i familiari delle vittime e i loro Paesi di origine».
I chiarimenti, dal titolare del Viminale, sono giunti ieri a Palazzo Madama. Secondo Piantedosi, il centro di coordinamento delle Capitanerie di porto ha attivato una serie di verifiche nell’area anche con l'utilizzo di «assetti aero-navali di Frontex». Successivamente è stato dirottato un mercantile che però, «giunto in zona, non avvistava alcuna unità in distress».

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