Per i magistrati della Dda di Reggio Calabria non solo era un imprenditore legalo alla ‘ndrangheta, ma addirittura capo promotore della cosca Sposato-Tallarida di Taurianova. Dopo 7 anni, Carmelo Sposato non solo è stato assolto in via definitiva dall’accusa di associazione mafiosa, ma la sezione misure di prevenzione della Corte d’appello di Reggio Calabria ha sbloccato il suo patrimonio che era stato confiscato dal tribunale della città dello stretto. I giudici di piazza Castello hanno accolto il ricorso presentato dai legali di Sposato, gli avvocati Antonio Romeo e Guido Contestabile.
Una decisione, come detto, che giunge a distanza di soli pochi mesi dalla sentenza di assoluzione dal reato di associazione mafiosa del noto costruttore nel settore di Taurianova,
Carmelo Sposato era stato coinvolto alla fine del 2017 nell’operazione della procura distrettuale di Reggio Calabria, denominata “Terramara Closed” poiché ritenuto a capo della cosca Sposato- Tallarida. Il costruttore era stato arrestato insieme a altre 48 persone. L’ordinanza del gip distrettuale di Reggio Calabria era stata parzialmente annullata dal Tribunale del riesame e dopo anche dalla Cassazione. La Suprema corte aveva disposto un nuovo giudizio davanti al Tribunale cautelare di Reggio Calabria, dal momento che non era stata ravvisata la gravità indiziaria delle accuse rivolte a Sposato.
All’esito del giudizio di rinvio, svoltosi davanti al Tribunale del riesame, la misura custodiale era stata annullata con immediata rimessione in libertà dell’imprenditore taurianovese.
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