L'esclusione dell'aggravante mafiosa e all'insegna della rideterminazione delle pene, con alcuni rilevanti riduzioni, il processo d'appello “Heliantus” che vede sul banco degli imputati i componenti la ’ndrina Labate, la presunta cosca della cintura urbana sud di Reggio, Gebbione e Sbarre. Tra le principali contestazioni della Procura antimafia di Reggio Calabria associazione mafiosa, estorsioni e danneggiamenti: nel mirino del clan soprattutto imprenditori e costruttori, costretti a pagare il pizzo anche prima di aprire il cantiere. Quattro le assoluzioni: Caterina Cinzia Candito, Filippo Cassone, Francesco Idone e Paolo Labate (classe 1984). Le condanne: Antonino Labate (20 anni in continuazione con una precedente sentenza), Orazio Assumma (12 anni), Rocco Cassone (11 anni e 8 mesi), Domenico Foti (10 anni), Fabio Morabito (9 anni), Giovanni Ficara (8 anni), Paolo Labate classe 1982 (7 anni), Santo Gambello (7 anni), Francesco Marcellino (4 anni) e Antonino Galante (3 anni). La Corte di appello ha disposto non doversi procedere "per intervenuta prescrizione" per Antonino Ficara. Entro i tradizionali 90 giorni il deposito delle motivazioni della sentenza.