Incastrato dalle immagini della videosorveglianza che l'hanno ripreso mentre fucile in braccio pensava di “castigare” sonoramente un altro giovane del rione Pio XI, cintura urbana sud di Reggio Calabria, per divergenze e contrasti di naturale personale. Un piano sfumato perché il destinatario della spedizione punitiva non era presente sul posto di lavoro.
Uno scenario in cui "sussistono specifici elementi che facciano ritenere fondato il pericolo di fuga e l'esistenza di gravi indizi": per questo prima la Procura antimafia di Reggio ha emesso un fermo quale indiziato di delitto e poi il Gip ha convalidato lo stesso provvedimento ed emesso contestualmente ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di Paolo Labate, 19 anni, di Reggio, che adesso risponde di essere stato in possesso e nelle disponibilità di un fucile e di una pistola ed in particolare di aver progettato la spedizione punitiva.
Difeso dall'avvocato Francesco Gatto del Foro di Reggio Calabria, il 19enne indagato è stato già sottoposto ad interrogatorio in cui ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere.
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