«Carissimi donatori, sono profondamente grata per il sostegno che ci avete e ci state manifestando nonostante le voci non vere che gente senza scrupoli ha sollevato riguardo la mia buona fede in merito a questa raccolta. Leggere certi commenti, estremamente offensivi e vedere video sui social con informazioni diffamatorie, ha aggravato ulteriormente la già drammatica situazione che io e la mia famiglia stiamo vivendo. Sentire certe affermazioni ha causato in me grande dolore, ma mi ha fatto acquisire sempre più la consapevolezza di essere una mamma che ha l’unico obiettivo di combattere per salvare il proprio figlio. E tengo a ribadire che quanto dichiarato all’apertura della raccolta su questa piattaforma corrisponde al vero». Rompe il silenzio Maria Raffaella Crudo, mamma di Alfredo De Marco, il bimbo di tre e anni e mezzo affetto da un epatoblastoma, per il quale la famiglia qualche mese fa aveva promosso sulla piattaforma GoFundMe una raccolta fondi con l’obiettivo di raccogliere un milione di euro per consentire al piccolo di affidarsi a cure sperimentali in Francia.
Come si ricorderà, di punto in bianco la raccolta è stata sospesa in via cautelativa a seguito delle polemiche sollevate circa la veridicità della stessa. «Gli ospedali francesi contattati, tre in totale – racconta mamma Maria Raffaella –hanno collaborato per parecchi giorni al fine di trovare un percorso di cura valido per mio figlio. Inoltre, grazie al passaparola e al successo della raccolta, sono entrata in contatto con alcuni tra i più importanti ospedali pediatrici di Stati Uniti e Spagna, che hanno contribuito ad alimentare la speranza di una possibile guarigione per Alfredo. Tutto questo ha fatto sì che gli oncologi che ci seguivano qui a Roma all’Ospedale pediatrico Bambin Gesù, dopo aver rivalutato il quadro clinico, procedessero nuovamente con i trattamenti chemioterapici. Cosicchè ad oggi, Alfredo è ancora in cura qui a Roma e a breve farà il terzo ciclo di chemioterapia dei quattro previsti, al termine dei quali i medici valuteranno se sottoporlo ad ulteriori interventi chirurgici».
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