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Conservatorio di Reggio Calabria, nuova sede cercasi. Parla il nuovo presidente Eduardo Lamberti Castronuovo

Eduardo Lamberti Castronuovo

Eduardo Lamberti Castronuovo è stato nominato qualche giorno fa dalla ministra dell’Università e della Ricerca, sen. Anna Maria Bernini, presidente del Conservatorio Francesco Cilea. Per lui, che la musica ce l’ha nel sangue, è stato come coronare un sogno e si è messo subito al lavoro per realizzare obiettivi ambiziosi.

Reggio è una città che suona?

«Sì, ma nelle segrete stanze. Abbiamo una enormità di musicisti anche di alto livello tra docenti e discenti del Conservatorio per esempio o delle numerose scuole ma, come per tutte le professioni, il miglior palcoscenico è lontano da Reggio Calabria».

Per quale ragione?

«Qui a Reggio non offriamo alcuna possibilità, se non in quell’albergo ad ore che si chiama Teatro Francesco Cilea sporadicamente e addirittura pagando il pedaggio! Il Conservatorio non dispone di un auditorium, i teatri a Reggio Calabria sono diventati quali negozi di abbigliamento, quali paninoteche o addirittura si pensa di fare di qualcuno (vedi Teatro Orchidea) un polo culturale. Fortunatamente sta riaprendo l’Odeon sia pure con grandi difficoltà».

Reggio è una sinfonia o un’opera lirica?

«Direi, piuttosto un’operetta o se preferisce un’opera buffa! Non esiste una programmazione seria come in tutte le altre città, sedi di Teatro. L’improvvisazione la fa da padrone e tutto è affidato a qualcuno di buona volontà. Le ricordo che il Conservatorio, con il mio modesto apporto, ha realizzato (incredibilmente!) la messa in scena dell’Adriana Lecouvreur a livello dei migliori teatri del mondo. Ma non basta».

Cosa propone?

«È assolutamente improcrastinabile che la città e il suo Teatro si dotino di una Direzione Artistica, di una Sovrintendenza, di un’Orchestra e di un Coro propri del Teatro. Affittare il Cilea, a questo o quello, non è sopportabile anche perché ne risente la qualità. Non si possono ospitare opere importanti, che magari vengono allestite per un teatrino di 200 posti, come quello di Busseto, per offrirle, a mio sommesso parere, a chi merita molto di più, come i cittadini reggini».

La musica può aiutare Reggio Calabria a crescere?

«Assolutamente sì. Dobbiamo solo tornare alle buone abitudini del passato: quelle che vedevano ogni domenica una banda musicale (oggi orchestra di fiati) intonare una musica che raccolga attorno a sé centinaia di persone, giovani compresi. Il Conservatorio e le numerose scuole di musica della città potrebbero far diventare Reggio Calabria città della musica, realizzando come fa Ravenna, un festival annuale, utilizzando le piazze cittadine. Per non parlare poi, del Teatro Maggiore che, con l’avvento dei voli internazionali e una buona Direzione artistica, potrebbe richiamare pubblico da tutto il mondo».

Lei è stato per distacco il miglior Assessore Provinciale alla Cultura. Riuscirà a ripetersi come Presidente del Conservatorio?

«Ne ho tutte le intenzioni e soprattutto l’entusiasmo. Ma un uomo da solo non ha dove andare. Ho bisogno, e l’ho già chiesto a tutte le componenti, con una lettera, della collaborazione di ognuno. Le potenzialità del Conservatorio Cilea, soprattutto per i docenti di cui dispone, per il Direttore molto capace e per i giovani studenti, sono talmente elevate che è un vero peccato tenerli rinchiusi in un’angusta struttura, senza che i cittadini reggini ne sappiano nulla o poco. I nostri diplomati occupano posti di rilievo nelle migliori orchestre dei teatri italiani. Ovunque vada, nelle buche dell’orchestra trovo sempre giovani provenienti da Reggio Calabria e dintorni».

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