Omicidio Cirillo a San Pietro di Caridà, sulla faida indaga la Procura antimafia di Catanzaro
C’è una faida aperta nella zona di confine tra la provincia di Reggio Calabria e Vibo Valentia. I pochi dubbi rimasti sono stati spazzati via dal colpo di pistola alla testa che ha ucciso Stefano Cirillo. Il 21enne è rimasto vittima di un agguato, nella tarda serata di giovedì, nella frazione Monsoreto di San Pietro di Caridà. Secondo quanto appreso nella giornata di ieri, pare che il giovane stesse rientrando a casa a piedi in contrada Corruttò, nella frazione Monsoreto di San Pietro di Caridà, quando qualcuno gli ha sparato contro alcuni colpi di pistola, uno dei quali lo ha raggiunto alla testa uccidendolo sul colpo. Che si tratti di una faida pare abbiano pochi dubbi anche gli inquirenti. Sui delitti avvenuti negli ultimi anni, infatti, indaga la Procura distrettuale antimafia di Catanzaro, perché il primo omicidio, quello di Pietro Morfei, è avvenuto a Dimani, nella provincia di Vibo Valentia. Le indagini sono state affidate ai carabinieri del Gruppo di Gioia Tauro e del Reparto operativo del Comando provinciale di Reggio Calabria, insieme ai colleghi di Gioiosa, nella Locride. La procura di Palmi, competente su quella parte di territorio reggino, sta espletando le prime formalità prima di inoltrare il fascicolo a Catanzaro. Sarà l'autopsia, che sarà effettuata nei prossimi giorni nell’ospedale di Locri dove il cadavere è stato trasportato dopo il suo rinvenimento, a stabilire se Cirillo - noto alle forze di polizia per resistenza a pubblico ufficiale - sia stato raggiunto anche in altre parti del corpo. La pista sulla quale gli investigatori stanno lavorando, quindi, è che nella zona sia in atto una faida per il taglio dei boschi.