C’è un doppio risvolto sulla vicenda del “Teatro comunale al chiuso” di Locri. Da un lato è in corso di definizione, davanti al giudice del Tribunale locrese il processo, che si svolge con il rito ordinario, per il presunto furto dell’ascensione collocato all’interno della struttura teatrale che vede coinvolti cinque imputati. Dall’altro lato, in consiglio comunale maggioranza e opposizione discutono sui lavori da eseguire per renderlo nuovamente fruibile e a norma.
A fine mese è prevista la conclusione della discussione e la conseguente camera di consiglio del procedimento penale per stabilire se le accuse mosse dalla Procura di Locri abbiano superato o meno il vaglio dell’istruttoria dibattimentale, con richiesta di condanna nei confronti di Giovanni Macrì (2 anni), Ettore Mollica (2 aanni), Mario Monteleone (2 anni), Pasquale Alì (3 anni e 6 mesi), Domenico Sainato (3 anni e 6 mesi) e Domenico Pantano (6 mesi). Le difese hanno iniziato a discutere, chiedendo l’assoluzione, l’avv. Antonio Russo per Macrì, difeso anche dall’avv. Francesco Carnuccio, gli avvocati Costantino Belvedere e Giuseppe Zappia per Mollica, l’avv. Antonio Alvaro per Monteleone, l’avv. Paola Gargano per Alì, mentre alla prossima udienza sono previste le conclusioni degli avvocati Eugenio Minniti, per Sainato, e Bruno Sofia per Pantano.
La Procura di Locri, oggi diretta dal dott. Giuseppe Casciaro, sostiene la sussistenza di reati che vanno, a vario titolo e con modalità differenti, dal furto aggravato a quello di falso ideologico in relazione al reato di falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale, all’apertura abusiva di luogo pubblico ed altro ancora.
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