Antonio Rosario Trimboli, Rosario Calabria e Antonio Gullì sono tre dei calabresi finiti nell’ultima inchiesta della Dda di Milano. Trimboli è considerato dagli inquirenti elemento noto «alla polizia giudiziaria per la correlazione a contesti di ‘ndrangheta... conosciuto all’interno della comunità criminale» come «Malverde (pseudonimo, quest’ultimo, che... rievoca il nome di Jesus Malverde, un personaggio messicano di Sinaloa, venerato come il santo patrono dei narcos)». Trimboli «è discendente di un ramo collegato al clan Barbaro di Platì, collegamento ulteriore corroborato dal matrimonio» con la figlia di «Francesco Perre detto “Frank tre dita”. Le investigazioni ne hanno dipinto un profilo di abile broker nel campo del narcotraffico internazionale, ove annovera conoscenze con i maggiori fornitori in Sudamerica e Spagna. Risulta collegato con gli esponenti di tutte le famiglie calabresi della Jonica presenti tra le province di Milano e Pavia, con i quali ha intrattenuto rapporti in ordine alla commercializzazione di stupefacenti». Cugino e fiduciario di Trimboli è Rosario Calabria, legato anche a Luca Lucci.
In merito ad Antonio Gullì, gli inquirenti scrivono che «sebbene non detiene pedigree di rilievo come quello del socio» Trimboli «è comunque un soggetto che vanta notevoli influenze nella rete dei narcotrafficanti mondiali». «Non a caso si identifica sulle chat criptate con i nomi dei famigerati narcos sudamericani come “rafael caro” … fondatore del cartello di Guadalajara e “Santa Cruz” soprannome di José Cruz Londono alias “Chepe”, che è stato uno dei vertici del cartello di Cali. Gullì, inoltre, è risultato ben collegato alle ‘ndrine di tutta la Calabria, con le quali è stato in rapporto per il tramite dei rispettivi referenti, interessati a un’attenta gestione del commercio della cocaina».
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