Rosarno, l’ex sindaco Giuseppe Idà assolto: «Passati 4 anni d’inferno, nulla da festeggiare»
«Il ricordo è ancora impresso nella mia memoria: dieci carabinieri che irrompono in casa mia alle prime luci dell’alba, il pensiero della mia bambina che dorme nell’altra stanza, il terrore sul viso di mia moglie. È stata l’esperienza più traumatica della mia vita». Giuseppe Idà lo ha detto la sera della sentenza, lo ha ripetuto anche ieri: «Non ho nulla da festeggiare». Un grande sospiro di sollievo, però, l’ex sindaco di Rosarno lo avrà tirato dopo la lettura del dispositivo, avvenuta nell’aula bunker del tribunale di Palmi, mercoledì sera, quando dopo quattro anni è stato finalmente assolto. L’ex primo cittadino era rimasto coinvolto nell’operazione della Dda denominata “Faust” che ipotizzava, tra le altre cose, uno scambio mafioso politico-elettorale tra il giovane candidato sindaco e un presunto boss della ‘ndrangheta, tra l’altro assolto dall’accusa di associazione mafiosa. «Quando ho deciso di candidarmi – ha dichiarato Idà - avevo già alle spalle una discreta carriera politica anche se ero molto giovane. Non era un classico colletto bianco scelto da un giorno all’altro per candidarsi. Avevo deciso, sbagliando, di mettermi al servizio della comunità dove sono cresciuto e dove avevo deciso di vivere. Tutto avrei pensato, nonostante la complessità della città, ma mai di essere accusato di un reato così odioso, coinvolto in un’operazione con oltre 60 persone che neanche conosco. Vinsi quelle elezioni con un consenso largo di una comunità che aveva deciso di scegliere un sindaco giovane. La ‘ndrangheta è stata sempre tenuta lontano dall’amministrazione. E poi tra l’altro il presunto mafioso (Domenico Pisano ndr) con cui avrei fatto lo scambio è stato pure assolto ».