Reggio

Lunedì 25 Novembre 2024

Il gruppo criminale tra Siderno e il Canada una “costola” dei Commisso

«La mancata autonomia dalla madrepatria, rende il “Siderno Group”, a tutti gli effetti, una parte del clan Commisso». È quanto affermano i giudici della Corte d’Appello di Reggio Calabria nelle motivazioni della sentenza del processo di appello bis del troncone dell’abbreviato scaturito dagli esiti della maxioperazione “Acero-Krupy” che interessa 12 imputati, concluso con 8 condanne per complessivi 84 anni di reclusione, 3 assoluzioni e la dichiarazione di nullità della sentenza per un imputato. I giudici reggini evidenziano l’importanza del contenuto delle intercettazioni delle conversazioni che «hanno indubbiamente consegnato uno spaccato della vita dell’articolazione della ’ndrangheta operante tra Siderno e il Canada, in perfetta continuità storica e soggettiva con quanto accertato dai precedenti giudicati, in particolare dalla sentenza “Crimine”». Secondo la corte reggina «non si è in presenza, come sovente accade, di frammenti di conversazione in relazione ai quali si fa fatica ad accedere ad un’interpretazione inequivoca, ma di una fortunata serie di colloqui in cui lo stesso tema viene sviluppato dagli interlocutori minuziosamente e dinamicamente, nella considerazione che esso viene ripreso a distanza di tempo, così da dar conto degli aggiornamenti intervenuti medio tempore». Nel dettaglio la Corte d’Appello di Reggio (presidente Vincenzo Cefalo, consiglieri Claudio Jacinto e Katia Asciutto) ha disposto la rideterminazione delle condanne, già ridotte per il rito, per i seguenti imputati: Francesco Cannizzaro (8 anni e 9 mesi); Giuseppe Coluccio (20 anni); Salvatore Coluccio (10 anni e 5 mesi); Francesco Commisso cl. ’56 (10 anni); Vincenzo Crupi (8 anni); Angelo Figliomeni (8 anni e 6 mesi); Cosimo Figliomeni (8 anni e 6 mesi); Nicola Tassone (10 anni e 10 mesi). Assolto con la formula “per non aver commesso il fatto” Giuseppe Crupi, difeso dall’avv. Antonio Speziale, che dopo il rinvio della Cassazione ha insistito nella richiesta assolutoria evidenziando l’insussistenza di riscontri alla tesi dell’accusa che contestava all’imputato il reato di partecipazione ad una associazione mafiosa. Gli altri due imputati assolti sono Massimo Della Valle, dal reato associativo mafioso, e Christian Tassone, per un reato fine, entrambi per non aver commesso il fatto.

leggi l'articolo completo