Pasquale Cianella fu rapito a Reggio: gli tagliarono la falange del mignolo per un ammanco di 180mila euro. I retroscena dell'asse della droga con la Sicilia
Nel corso delle indagini coordinate dalla Dda che hanno portato alla scoperta di due organizzazioni criminali che spacciavano droga è stato ricostruito un episodio che testimonia il giro dei soldi incassati dalle bande e la loro violenza. A giugno del 2022 Pasquale Cianella, uno degli indagati calabresi, si presentò ai carabinieri di Villabate (Palermo) dicendo di essere stato rapinato del furgone in via Massina Marine da tre uomini che gli avevano portato via 500 euro. Il furgone fu poi trovato bruciato a Misilmeri. Gli inquirenti capirono che il racconto non era credibile. Le immagini di videosorveglianza smentivano, infatti, la denuncia. La rapina sarebbe stata una messinscena per giustificare un ammanco di 180mila euro che l’uomo avrebbe dovuto dare a due calabresi come prezzo per l’acquisto della droga.
Cianella rapito a Gallico
Il mese successivo Cianella fu rapito a Gallico, frazione a Nord di Reggio Calabria, e portato in un terreno dove ad attenderlo c'erano i suoi creditori, anche loro oggi coinvolti nel blitz, Manuel Monorchio e Mariano Domenico Corso. Volevano i 180mila euro spariti. Come vendetta a Cianella, tenuto legato in una stalla fu mozzata con una accetta la falange del mignolo. I due lo minacciarono anche di ucciderlo e di darlo in pasto ai maiali. Dopo il taglio del dito, la vittima riuscì a liberarsi dal bavaglio e iniziò ad urlare. Una donna chiamò le forze dell’ordine. Agli agenti Cianella non riferì mai del rapimento.