Scambio elettorale politico-mafioso a Reggio Calabria, no del Tdl all’arresto anche per Sergio Rugolino
Un altro no del Tribunale della libertà sulle richieste della Procura antimafia di applicare una misura cautelare a carico di indagati a piede libero dell'inchiesta “Ducale”. I Giudici del riesame hanno respinto l'appello proposto dal Pubblico ministero «avverso l'ordinanza emessa il 25 maggio dal Gip» nell'ambito del procedimento “Ducale” con cui veniva rigettata la richiesta di applicazione della misura della custodia cautelare in carcere nei confronti di Sergio Rugolino in relazione ai delitti di scambio elettorale politico-mafioso. Per gli inquirenti anche Sergio Rugolino, difeso dagli avvocati Guido Contestabile e Francesco Giovinazzo del Foro di Palmi, sarebbe stato tra chi «accettava la promessa di procurare voti» per i candidati sponsorizzati dalla cosca Araniti. Già il Gip aveva rigettato il carico di accuse sostenuto nei confronti di Rugolino: «Il Gip riteneva che gli elementi investigativi non fossero tali da consentire di poter sostenere, a livello di gravità indiziaria, la contestazione di partecipazione associativa. Evidenziava che non era provato l'interesse che l'associazione di 'ndrangheta avrebbe inteso realizzare con l'infiltrazione nel mondo politico ed istituzionale e non erano individuate le concrete attività che la cosca avrebbe inteso realizzare - o anche solo potenziare - con tale infiltrazione».