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Aggressione-choc a Palmi, parla l'uomo attaccato dal pitbull: “Il padrone del cane è fuggito, io sono vivo per miracolo”

Il ringraziamento a un passante che lo ha salvato

«Sono vivo per miracolo». Antonio Francone sa di essere stato fortunato, anche se la sua faccia piena di punti di sutura farebbe pensare il contrario. Lo dice più volte, mentre con la voce rotta dal pianto racconta quegli interminabili minuti sotto le grinfie di quel cane inferocito che tenta di azzannargli il collo e ucciderlo.
«Solo qualche settimana fa – racconta emozionato – nella nostra città un uomo che stava pescando ha perso l’uso di un braccio per l’aggressione di un rottweiler. Si è salvato solo gettandosi in mare. Per questo motivo, nonostante tutto, credo di essere stato fortunato».
Nel pomeriggio del 31 dicembre scorso, come tutti i giorni, era andato a passeggio con il suo cane in un appezzamento di terra di proprietà della sua famiglia, in contrada Ciambra a Palmi. E proprio davanti al cancello della sua proprietà è stato aggredito da un pitbull lasciato libero di girare nella zona. «Verso le 16.30 – racconta Antonio Francone – ho parcheggiato davanti al cancello di casa mia e sono entrato con il mio cane Leri, che ha 14 anni ed è sordo e cieco. La zona intorno alla casa è completamente recintata e solo quando sono dentro lascio libero il mio cane, nonostante sia molto anziano e malato».
Il 45enne dopo poco più di un’ora aveva deciso di tornare a casa dove lo attendeva la famiglia per festeggiare l’ultimo giorno dell’anno. Non aveva idea, naturalmente, di cosa lo aspettasse al di là di quel cancello.
«Verso le 17,30 ho deciso di tornare a casa. All’improvviso mi rendo conto di quel cane che era nascosto dietro la mia macchina parcheggiata in strada. Era un pitbull marrone che, appena mi ha visto, si è abbassato sulle zampe e mi è saltato al collo. Io d’istinto ho messo le mani in avanti. Lui, quindi, mi ha iniziato a mordere la mano, l’orecchio, il suo incisivo mi è rimasto incastrato nel naso». Inizia la lotta, impari, con il pitbull. Minuti che a Francone sono sembrati un’eternità. «Eravamo a terra – aggiunge – abbiamo iniziato a rotolare, ho lottato credo per almeno 10 minuti. Il cane continuava a mordermi e a trascinarmi. Durante quei minuti ho visto un ragazzo che si avvicinava, era il proprietario del cane che ho implorato più volte di aiutarmi, ma non l’ha fatto. Anzi, appena si è reso conto che stava arrivando qualcuno in macchina è scappato».
Francone si aggrappa a quell’ultima speranza, a quei fari che fendono il buio della sera. «Dalla macchina – spiega in lacrime Antonio – è sceso un uomo che non conoscevo, Carlo Manule, che ho fatto appena in tempo a scorgere prima di svenire, mentre il pitbull stava ancora cercando di arrivare al mio collo. Carlo ha preso un cavo e lo ha girato intorno al collo del cane riuscendo a levarmelo di dosso e a legarlo un po’ più in là». Antonio Francone è cosciente del fatto che deve la vita a quell’uomo: «Mi ha salvato con il suo coraggio e la capacità di affrontare una situazione difficile. Io non avevo più la forza di lottare. Mi ha raccontato dopo che quando è arrivato io ero inerme e il cane mi alzava e mi sbatteva a terra».
Francone loda non solo il coraggio di Manule, ma anche la sua umanità. «Mi ha accarezzato il viso, mi ha preso in braccio come un bambino e mi ha portato in casa. Dopo di me ha fatto lo stesso con il mio cane che era ferito a una coscia. Subito dopo ha chiamato il 118 e i Carabinieri».
L’ambulanza ha portato Antonio all’ospedale di Gioia Tauro, «dove mi hanno ricucito, mi hanno riattaccato l’orecchio inviandomi poi a Polistena per ulteriori esami. Mi hanno detto che dovrò fare una cura in camere iperbarica perché rischio la cancrena a un dito». Naturalmente, ha denunciato quanto accaduto alla Polizia locale, ma forse quanto gli è accaduto poteva essere evitato.
«Qualche mese fa – ha concluso – un uomo di Palmi aveva presentato un esposto per denunciare la pericolosità di questo cane che gironzolava da solo per la zona. E anche una donna ha rischiato di essere aggredita qualche giorno prima di me».

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