Dall’Università Mediterranea arriva una risposta all’emigrazione dei cervelli e anche un segnale si speranza per l’intera comunità reggina. Perché se alla Mediterranea cresce il numero degli iscritti, significa che non tutto è ancora perduto e che rimboccandosi le maniche si può costruire qualcosa di buone anche a questa bistrattate latitudini. Il magnifico rettore Giuseppe Zimbalatti snocciola alcuni numeri con un pizzico d’orgoglio: «Negli ultimi due anni l'offerta formativa della Mediterranea è stata arricchita da Ingegneria meccanica e Scienze motorie. E anche grazie alla nostra rinnovata offerta formativa si stanno conseguendo buoni risultati in termini di immatricolazione. Parliamo di numeri davvero incoraggianti, perché allo scorso 20 dicembre abbiamo registrato un +18% rispetto all’anno prima. Un dato confortante in termini assoluti ma che diventa ancora più importante se si considera che questa tendenza positiva che abbiamo registrato alla Mediterranea è in controtendenza rispetto a dati statistici che qui vedono un netto calo demografico che si deve poi sommare alla dispersione scolastica che vede la Calabria ai primissimi posti in Italia e anche alla costante perdita di residenti che si continua a registra. In questo contesto riuscire a incrementare gli immatricolati del primo anno per il territorio reggino deve essere considerato un segnale altamente positivo». L’Università, dunque, lancia un segnale positivo che dovrebbe essere colto anche dalle altri Istituzioni. «L'Università fa la sua parte – riconosce Zimbalatti – e , sommessamente aggiungo, la fa anche bene. Stiamo riuscendo ad avere buoni risultati ma sicuramente una scarsa imprenditorialità del territorio rispetto al Centro Nord e la mancanza di grandi poli industriali non ci aiuta, perché non ci consente di creare le condizioni giuste per migliorare. Abbiamo ottenuto un riconoscimento per il Diies (Ingegneria) come Dipartimento di Eccellenza e questi riconoscimenti di solito nascono attorno poli tecnologici importanti, qui invece abbiamo invertito la realtà non essendoci un grandissimo polo di ricerca. La Mediterranea il suo riesce a farlo ma serve maggiore condivisione con gli Enti e con il mondo imprenditoriale per fare un deciso salto di qualità». Se si riuscisse a innescare questa bella sinergia ci guadagnerebbero tutti. «Dietro ai nostri Dipartimenti c’è la fila di aziende importanti che fanno a gara per assumere i nostri brillanti laureati. Io credo che sia già un grande risultato trattenere qui i nostri giovani per la parte formativa, riuscire a trattenerli qui magari in Distretto di Alta tecnologia sarebbe il massimo e cambierebbe proprio la percezione della nostra realtà. Credo che Catania possa rappresentare un esempio virtuoso da imitare. Elettronica e agricoltura sarebbero le nuove frontiere, anzi i pilastri su cui costruire un bel futuro». Le statistiche dicono che la nostra provincia ha la più alta percentuale in Italia di famiglie dove non c’è un laureato. «E questo ci dice quanto margine ci sia per crescere. Contribuire alla crescita socio-culturale del nostro territorio è un dovere l’Università e dobbiamo puntare a coinvolgere proprio quelle famiglie in cui non c'è ancora un primo laureato. Bisogna fare capire loro che la laurea non è un pezzo di carta ma uno strumento utile a fare crescere tutto il territorio sotto l’aspetto socio-economico. Noi ci crediamo e stiamo facendo un lavoro di orientamento in profondità con tutte le straordinarie scuole reggine». Qual è il punto forte della Mediterranea? «Abbiamo dei docenti straordinari e si fa un’eccellente attività di ricerca. Ma il nostro vero punto di forza è che la Mediterranea è una Università inclusiva nel vero senso della parola: le borse di studio sono assicurate a tutti coloro cui spettano e una gran parte dei nostri iscritti studia esentasse. Le famiglie devono prendere consapevolezza che a Reggio si può studiare quasi a costo zero. E presto speriamo di poter dare il via alla nuova facoltà di Medicina, perché l’idea è ottima e va tradotta in un progetto sostenibile. Sono certo che ce la potremo fare». L’on. Francesco Cannizzaro si è speso per ottenere un finanziamento di oltre 4 milioni per realizzare il campus universitario della Mediterranea. «La nostra struttura è denominata cittadella universitaria ma si sta rivelando insufficiente per offrire servizi adeguati ai nostri studenti, pertanto stiamo provando a trovare spazi di espansione in nuove strutture che abbiano profilo di Campus universitario. Ci piace molto l’area dei padri Monfortani che offre spazi adeguati e qualità di servizi per gli studenti. Speriamo di riuscirci al più presto, perché vogliamo costruire una Mediterranea sempre più attrattiva».