Saranno l’esame autoptico, già disposto dall’autorità giudiziaria di Locri, ed i rilievi tecnici e scientifici (anche esame dello stub) da parte dei carabinieri a stabilire l’esatta causa del decesso del 54enne di San Luca, Francesco Marando, ex titolare di alcuni esercizi commerciali prima a San Luca e poi a Bovalino, incensurato, sposato con figli. La sua morte, infatti, a distanza di circa 30 ore dal ritrovamento del cadavere è ancora avvolta dal mistero.
La vicenda ha cominciato a prendere forma nel tardo pomeriggio di domenica scorsa alla periferia di Bovalino allorquando, dopo alcune telefonate giunte sia al 118 che al 112 è stato rinvenuto il cadavere di Francesco Marando all’interno di una abitazione a più piani, nella parte bassa e ancora rustica della casa, situata ai lati della Statale 106 in prossimità del bivio per Natile di Careri, Platì e altri centri collinari e montani dell’area aspromontana della Locride. Il corpo, in posizione prona, era riverso a terra sulla parte in cemento del seminterrato dell’abitazione di famiglia e non, quindi, a notevole distanza da uno degli ingressi dello stabile. Dopo le prime verifiche da parte degli investigatori di Locri – sul posto anche il sostituto procuratore di turno di Locri – sarebbe emerso un particolare che a seguito dell’autopsia e dei rilievi scientifici, potrebbe sciogliere i dubbi più importanti che ruotano attorno alla vicenda: in una delle parti laterali della testa dell’uomo, in prossimità della tempia, sarebbe presente una ferita circolare, una sorta di piccolo foro d’entrata (dalla parte opposta del cranio, né in altre aree della testa, però sono presenti ferite o fori d’uscita). Si tratta, quindi, di un foro causato da un colpo d’arma da fuoco di piccole dimensioni o di un “buco” causato da un oggetto appuntito?
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