C’è un nuovo colpo di scena nel giallo interazionale consumato fra l’Italia e gli Emirati Arabi per la morte dell’armatore ed ex parlamentare calabrese Amedeo Matacena jr, attribuita ufficialmente ad un infarto, e della madre Raffaella De Carolis, decessi avvenuti nel 2022 a Dubai a distanza di tre mesi l’uno dall’altro.
Perché la Procura di Reggio Calabria, che indaga ormai da mesi su quello che secondo la prima ipotesi investigativa potrebbe essere un duplice omicidio per avvelenamento, ha inviato alle parti un avviso di accertamenti tecnici irripetibili notificato in queste ore dalla Dia di Reggio Calabria per effettuare una comparazione tra il Dna di Amedeo Matacena jr con quello di suo figlio, Amedeo Gennaro Raniero, che ha già prestato il consenso ed ha acconsentito a suo tempo ad un prelievo del suo codice genetico. Lo ha fatto la pm reggina Sara Prezzan, che è la titolare del fascicolo.
La pm già da mesi ha iscritto nel registro degli indagati come sospettata del duplice omicidio la seconda moglie di Matacena, la 43enne imprenditrice ed ex modella Maria Pia Tropepi, calabrese d’origine. La Procura reggina sospetta che Matacena e la De Carolis possano essere stati avvelenati dalla Tropepi, la quale poi, sulla base di un testamento olografo attribuito all’ex parlamentare e sull’autenticità del quale sono in corso le indagini, ha rivendicato di essere la sua erede universale.
L’esame del Dna sarà effettuato nei prossimi giorni dai carabinieri del Ris di Messina, un’eccellenza in questo campo, e per la comparazione saranno adoperati due campioni prelevati sul cadavere di Matacena jr durante l’autopsia, che è stata eseguita a Roma, all’Istituto di medicina legale della Sapienza, dal prof. Aniello Maiese e dalla tossicologa Maria Chiara David, i due consulenti nominati dalla Procura.
Ma, ed ecco l’ipotesi che in astratto potrebbe sorprendentemente concretizzarsi: perché dopo l’autopsia, che è la procedura fondamentale per accertare l’identità di qualcuno, è necessario secondo i magistrati effettuare una comparazione del Dna padre-figlio?
Per quanto assurdo possa sembrare, c’è da forse da ventilare l’ipotesi che il cadavere riesumato a suo tempo e sottoposto ad autopsia a Roma non sia quello di Amedeo Matacena jr, e gli inquirenti abbiano qualche dubbio sull’identità del corpo ancora da chiarire? Un’ipotesi oggettivamente assurda, che se dovesse essere poi provata dall’esame del Dna padre-figlio programmata a Messina, tingerebbe a tinte foschissime l’intera vicenda.
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