Reggio

Domenica 19 Gennaio 2025

Le dosi con un secchio dal balcone, la gang di Reggio Calabria va al giudizio immediato

Niente udienza preliminare e giudizio con rito immediato per i quattro componenti la famiglia di Archi Cep incastrati, e colpiti da misura cautelari (ad oggi sono ancora sottoposti agli arresti domiciliari con obbligo di braccialetto elettronico), perchè avrebbero portato avanti una lucrosa, ma soprattutto fantasiosa attività di spaccio. Per i Carabinieri che hanno condotto le indagini, il gruppetto adesso sotto accusa, con diversi ruoli e mansioni ma condividendo la stessa ipotesi di reato, riforniva gli acquirenti tossicodipendenti consegnando le bustine contenente lo stupefacente calandole dal balcone della propria abitazione con un secchio. Sotto accusa in quattro: Giuseppe Marcianò, 46 anni; Domenico Marcianò, 71 anni; Maria Fontana, 66 anni; Manuel Adornato, 26 anni. Lunedì tutti e quattro - i primi tre difesi dagli avvocati Giacomo Iaria e Santo Iaria, il quarto difeso dall'avvocato Alberto Marrara - sfileranno davanti al Gup, Angela Mennella, per la prima udienza. L'operazione dei Carabinieri risale allo scorso fine ottobre al culmine di una indagine tecnica approfondita e scientifica, rafforzate dai riscontri delle immagini fotografiche e dei video effettuati dai segugi dell'Arma dai quali si evinceva come il via vai di tossicodipendenti si concentrasse davanti a una specifica palazzina al rione Archi Cep. Anche perchè lo spaccio, anche se inevitabilmente saranno i processi a stabilirne la reale portata e le eventuali singole responsabilità personali degli indagati, avveniva a cielo aperto, sotto gli occhi di residenti e passanti. Astuto l'escamotage utilizzato dal gruppo, che intanto scorrazzavano tra gli ampi spazi in condivisione al “Cep”.

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