In una Bovalino sconvolta dalle rivelazioni rese note ieri sull’omicidio di Francesco Marando, il 54enne sanluchese assassinato da uno dei suoi figli rimangono sempre serrate le indagini su un altro terribile fatto di sangue, terribile agguato a colpi di “lupara” costato la vita, la sera del 9 gennaio scorso, al bovalinese Giancarlo Polifroni, 50 anni. Un delitto, questo, di chiaro stampo mafioso. Polifroni è stato freddato in una traversa di via Dromo, colpito dalle spalle davanti alla propria abitazione da almeno due colpi di fucile esplosi da meno di 10 metri, da un killer che lo aveva atteso sotto casa. Polifroni, un passato criminale “pesante”, era agli arresti domiciliari da alcuni mesi dopo diversi anni trascorsi in carcere. Da qualche giorno aveva ottenuto il permesso di uscire di casa, per alcune ore, al mattino e al pomeriggio, per andare a lavorare in un esercizio commerciale di Bovalino di proprietà di un congiunto. Come, comunque, era emerso dopo il delitto dalle indagini dei carabinieri, la figura della vittima rimane, nei circuiti del crimine organizzato e del traffico di droga su vasta scala, di primo piano. Polifroni, infatti, negli ultimi 15 anni circa era rimasto impigliato nella rete di alcune operazioni anticrimine in tema di narcotraffico tra cui i mega blitz “Stupor Mundi 1 e 2” e “Imelda”.