Bovalino, restano in carcere i due fratelli Marando: “Pericoli di fuga e inquinamento prove”
Sono stati convalidati i fermi dei fratelli Giuseppe Marando, 21 anni, e del minore A.M., 16 anni, ai quali è stata applicata la misura della detenzione carceraria. I due fratelli Marando sono accusati a vario titolo di aver ucciso il padre, Francesco Marando, l’11 gennaio scorso a Bovalino, oltre che di occultamento di cadavere e porto abusivo di arma comune da sparo. Per il 16enne A.M., difeso dagli avvocati Enzo Nobile e Piermassimo Marrapodi, l’ordinanza è stata emessa dal gip presso il Tribunale per i Minorenni di Reggio Calabria, Concettina Garreffa, che ha accolto la richiesta formulata dal pubblico ministero Angelo Roberto Gaglioti, della Procura della Repubblica per i Minorenni. Il magistrato reggino ha ritenuto pregnanti le esigenze cautelari in considerazione sia un possibile pericolo di fuga, sia per il pericolo di inquinamento probatorio, essendo ancora in corso le indagini per chiarire ogni aspetto della vicenda. Per il 16enne gli avvocati difensori hanno intenzione di impugnare il provvedimento ritenendo che le esigenze cautelari siano da considerarsi attenuate con la possibilità di concedere una misura alternativa al giovane indagato, al quale è stata applicata la misura cautelare della detenzione presso l’istituto penale per i minorenni di Catanzaro. Per quanto riguarda, invece, Giuseppe Marando, anche questo assistito dagli avvocati Marrapodi e Nobile, l’ordinanza è stata emessa dal gip del Tribunale di Locri Federico Casciola, che ha accolto la richiesta di convalida e di applicazione della misura detentiva in carcere proposta dal sostituto procuratore Grazia Tursi. Il gip Casciola, in sintesi, ha recepito le osservazioni del pubblico ministero, ritenendo che, allo stato, le dichiarazioni confessorie del 21enne Marando, seppur credibili, debbano trovare un ulteriore approfondimento investigativo.