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'Ndrangheta, il boss di Taurianova Ernesto Fazzalari ai domiciliari. E' stato il secondo latitante più ricercato d'Europa dopo Messina Denaro

Il Tribunale di Sorveglianza di Bologna ha concesso la detenzione domiciliare ad Ernesto Fazzalari, considerato boss di ‘ndrangheta e, all’epoca del suo arresto, secondo latitante più pericoloso d’Europa; un provvedimento che arriva dopo che la Corte di Cassazione, accogliendo i ricorsi della difesa, ha annullato ben tre ordinanze di rigetto del differimento della pena o della concessione della detenzione domiciliare: una emessa dal Tribunale di Sorveglianza de L’Aquila e due ordinanze emesse del Tribunale di Sorveglianza di Bologna. In seguito al trasferimento di Fazzalari presso il centro diagnostico e terapeutico del carcere di Parma, quest’ultimo Tribunale, riunendo due giudizi di annullamento della Cassazione, ha dovuto accogliere la richiesta della difesa. Tuttavia, anche contro quest’ultimo provvedimento è stato proposto ricorso in Cassazione perché, ad avviso della difesa, il Tribunale di Sorveglianza non si sarebbe adeguato ai principi di diritto, sanciti dalla prima sezione della Cassazione con la sentenza di annullamento con rinvio, secondo i quali il TdS avrebbe dovuto differire la pena.

Fazzalari era stato condannato all’ergastolo nel processo Taurus (processo che ha giudicato numerosi imputati per i delitti, consumati tra la fine degli anni ottanta e l’inizio degli anni novanta, relativi alla “faida di Taurianova”, culminata con il famoso “Venerdì nero”), pena successivamente ridotta a 30 anni dalla Corte di Assise di Appello di Reggio Calabria su richiesta del suo difensore per effetto della sentenza della CEDU nel caso Scoppola v/s Italia, ed è stato arrestato dopo oltre 20 anni di latitanza. Durante questo periodo era stato inserito al secondo posto, dietro il solo Matteo Messina Denaro, nell’elenco dei latitanti di massima pericolosità, una lista redatta dal Gruppo integrato interforze per la ricerca dei latitanti più pericolosi (GIIRL) della Direzione centrale della polizia criminale nell’ambito del Programma speciale di ricerca. In seguito al suo arresto, avvenuto il 26 giugno 2016, a Trepitò, in provincia di Reggio Calabria, Fazzalari è stato sottoposto al regime del 41 bis.

Durante la sua detenzione gli è stata diagnosticata una grave patologia che ha indotto la difesa, rappresentata dall’avvocato Antonino Napoli, a chiedere il differimento della pena o la detenzione domiciliare sul presupposto che da alcune recenti sentenze, emesse dai giudici del merito, emergeva che dell’operatività di Fazzalari Ernesto, quale capo di una cosca di ‘ndrangheta, non si aveva dimostrazione concreta nel periodo antecedente alla sua cattura. Si è accesa così una lunga e dura battaglia legale tra la difesa di Ernesto Fazzalari e la magistratura di sorveglianza di l’Aquila, prima, e Bologna, poi.

 

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