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L'inferno di Arghillà, un bimbo su due non va a scuola. Spazi pubblici razziati

Gli spazi pubblici e gli avamposti dello stato ad Arghillà sono sistematicamente vandalizzati e distrutti, neanche fossero roccaforti nemiche da espugnare. Alle porte del quartiere campeggia lo scheletro di una palestra comunale per la quale, circa 10 anni fa, Palazzo San Giorgio aveva investito 250mila euro. Subito dopo l’inaugurazione era abbandonata. È stata smontata pezzo per pezzo e nei ruderi è sorta l’ennesima discarica abusiva. Dista solo poche centinaia di metri dalla sede di Ecologia Oggi, l’azienda che effettua la raccolta rifiuti a Reggio Calabria. Un po’ più avanti, invece, c’è un piccolo stabile che ospitava gli uffici della circoscrizione. Le imposte non ci sono più perché sono state rubate, così come le porte e quello che c’era dentro.

«In un contesto di così forte disagio sociale ed economico – dice Votano - prospera la micro criminalità che negli ultimi anni trova terreno fertile e un bacino dove attingere, per la mancanza di lavoro e prospettive soprattutto. Sono soprattutto i più giovani, che hanno famiglie che non li possono sostenere, a cadere in questa trappola. È in questo contesto che sono aumentati lo spaccio e i furti. Inoltre, qui non c’è una scuola e moltissime persone non hanno la possibilità di portare i figli in un altro quartiere. Questo comporta una grande dispersione scolastica. Abbiamo circa 600 bambini in età scolare, la metà dei quali non va a scuola. E il dato è in aumento».
Per questi motivi, il lavoro che negli ultimi anni sta portando avanti il comitato di quartiere è importantissimo, per esempio sul decoro urbano. «Grazie al progetto Fata – aggiunge il volontario - con l’8 per mille della Chiesa valdese stiamo cercando di rigenerare un po’ il quartiere creando con qualche parco urbano, piantando quasi 200 alberi, un parco giochi per i bambini, un campo di calcetto dove c’era un cimitero di carcasse di auto bruciate e di bocce per gli anziani. Stiamo sperimentando in alcuni comparti il riciclo dell’acqua e il fotovoltaico sui tetti per avere la luce nei cortili che sono al buio e per alimentare un compattatore della plastica per non farla disperdere nell’ambiente».
Nel centro polifunzionale che i volontari stanno ristrutturando è ospitato il poliambulatorio solidale, una luce nel buio di un quartiere dimenticato. Lo spirito che anima il centro è sintetizzato dalla frase che si trova all’accettazione: “Chi ha doni, chi non ha prenda”.


«Il poliambulatorio, che è diretto dal primario del Gom Lino Caserta – conclude Votano – è un regalo della Fondazione Vismara di Milano che si è innamorata dalle colline di Arghillà. Tramite Ecolandia siamo riusciti a farci finanziare circa 130mila euro per la costruzione della struttura dove si effettuano visita specialistiche gratis e dove i medici fanno volontariato. È aperto di mattina dal lunedì al venerdì e nel pomeriggio per appuntamento. Ci rendiamo conto che è una goccia nell’oceano, ma proprio per questo è ancora più importante. Noi eravamo riusciti tramite una legge regionale che consentiva a chi occupava abusivamente un alloggio prima di giugno 2013 di poter regolarizzare la loro posizione. Avevamo convinto circa 240 famiglie ad autodenunciarsi e presentare le domande di regolarizzazione. Ma tutto è fermo alla Regione a causa della mancanza della certificazione dell’impianto elettrico. Se riuscissimo già a regolarizzare la posizione di quelle famiglie potrebbe innescarsi un effetto domino eliminando un po’ di abusivismo».

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