Un nuovo progetto che racchiude in vetro ed acciaio la storia della città porta del Mediterraneo. Così sarà la nuova aerostazione del Tito Minniti. Solo che i tempi, che già scontano un importante ritardo, slittano. Ancora. Come dire tutto da rifare, compresi i passaggi per l’approvazione definitiva da parte di Enac. Ma entro il mese di febbraio, rassicura il presidente di Sacal, Marco Franchini «l’area del cantiere sarà delimitata e inizieranno i movimenti di terra».
L’operazione finanziata attraverso i 25 milioni dell’emendamento Cannizzaro (basteranno?) ha trovato sul suo percorso due variabili che hanno rallentato l’iter, la speranza era quella di ultimare l’aerostazione prima dell’inizio della stagione estiva. Certo il cronoprogramma nonostante Franchini stia spingendo sull’acceleratore accumulerà altri ritardi, ma il progetto iniziale doveva essere rivisitato per ottemperare alle prescrizioni indicate dalla Soprintendenza. Così si sono create le «due condizioni che rallentano la realizzazione delle opere, l’aver ereditato un vecchio progetto e aver dovuto riaffidare di nuovo i lavori». E così volendo tracciare un orizzonte temporale «per vedere la nuova aerostazione si dovrà aspettare dopo l’estate» dice fiducioso l’amministratore unico di Sacal, la società che gestisce i tre scali calabresi.
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