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Depurazione a Reggio Calabria, dopo gli annunci la “rivoluzione” tarda ad arrivare

L’attesa per la rivoluzione tante volte annunciata continua, ma non si sa fino a quando. Gli unici punti fermi sono la procedura d’infrazione europea che il sistema depurazione dell’area reggina ha provocato all’Italia, la disponibilità delle risorse per gli interventi e gli undici divieti di balneazione. Il resto è tutto avvolto nei meandri paludosi della burocrazia.
Dopo anni di attese, di inchieste giudiziarie il mega investimento finanziato con 70 milioni dal Cipe pare essere ai nastri di partenza. Gli annunci si ripetono, sul tappeto gli interventi di potenziamento per gli 11 impianti di depurazione del territorio cittadino. Da oltre sei mesi ci sono (solo) due progetti approvati, per le strutture di Gallico e di Concessa, delle altre non si hanno notizie. Si era detto che l’avvio del cantiere per queste due opere fosse previsto per il mese di giugno, ma del bando per affidare i lavori ancora non c’è traccia. Da mesi, rassicurano dal Comune è in corso un’interlocuzione tra l’Ente e l’ufficio del Commissario unico per la depurazione che fa capo al ministero dell’Ambiente che si dovrà occupare dell’operazione. E questa situazione di paralisi degli interventi finisce per frenare l’altra operazione: quella del passaggio del servizio di manutenzione di rete ed impianti alla Sorical. Era previsto nel giugno del 2024, ma è slittato, si era detto ottobre, poi dicembre. Ma anche questa data è passata.

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