Dentista “amico” dei clan della Locride condannato a 7 anni e mezzo a Torino
Le sue amicizie e soprattutto i suoi frequenti rapporti con noti boss e affiliati di rango della ‘ndrangheta originari della Locride ma trapiantati da anni in Piemonte, sono costati cari all’odontoiatra reggino Domenico Panetta, 69 anni: sette anni e sei mesi di carcere gli sono stati inflitti dai giudici del Tribunale del capoluogo piemontese. Poco meno di quanto l’accusa, coordinata dal pm Paolo Toso, aveva chiesto: 8 anni e sei mesi di reclusione. Fra le accuse di cui era stato chiamato a rispondere Panetta c’era il concorso esterno in associazione mafiosa, reato questo sempre smentito dal legale di fiducia dell’indagato, il penalista Wilmer Perga. Panetta era stato arrestato nel 2018. Una delle vicende finite sotto la lente d’ingrandimento dei magistrati della Dda torinese riguardava i suoi tentativi di raccomandare a politici e amministratori del Comune di Rivoli un’azienda ritenuta “vicina” a un presunto boss trapiantato a Torino ma originario di Stilo. Un altro episodio riguardava un carabiniere (già condannato) cui il dentista avrebbe chiesto di scoprire se fossero in corso intercettazioni telefoniche su un altro ‘ndranghetista: il militare, però, non fu in grado di eseguire l’incarico ma, secondo gli inquirenti, ugualmente gli disse lo stesso di avere lavorato al caso e rispose che non ce n’erano.