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Reggio, il disastro di Arghillà: “Il ghetto non è stato creato dai rom ma dalle scelte di Comune e Aterp”

L’analisi del presidente di “Un mondo di mondi” sul degrado di Arghillà. Secondo Marino il problema non può essere superato con progetti di rigenerazione urbana, ma con la dislocazione in altri quartieri

«Sul ghetto di Arghillà nord si continua a seguire la strada più sbagliata». Lo scrive Giacomo Marino, presidente dell’associazione “Un mondo di mondi” che esprime la sua opinione sulla grave situazione in cui versa Arghillà, tornata al centro della cronaca nelle ultime settimane per il ritrovamento di un arsenale in una delle palazzine del quartiere e altri arresti per droga.
«Una parte degli enti impegnati nel quartiere - afferma Marino - continua a diffondere l’idea errata e discriminante secondo la quale la “colpa” dei gravi problemi del quartiere sarebbe della comunità rom e per questo si invoca anche la “militarizzazione” del quartiere. Ma nessuno di questi enti ricorda che il ghetto di Arghillà è stato realizzato e mantenuto in vita dal Comune, dall’Aterp e da loro stessi; mentre la comunità rom è una delle vittime di questa gravissima operazione. Tanto meno questi enti ammettono che negli ultimi 25 anni con il fantomatico obiettivo della “rigenerazione urbana del ghetto” sono stati realizzati ad Arghillà progetti per molte decine di milioni di euro che non hanno risolto il problema, ma hanno peggiorando la situazione».
Secondo Marino, infatti, «i progetti sono stati e sono tuttora dei palliativi che hanno affrontato solo gli effetti del ghetto, mentre con le decine di milioni di euro utilizzati per realizzare i progetti si sarebbe potuto eliminare il ghetto».

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