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Reggio Calabria, estorsioni e alleanze mafiose per le cosche di “Epicentro”

Pressione mafiosa sul tessuto economico-sociale tra l'imposizione della legge del racket e un clima di omertà e reticenza: su queste due tematiche si sorregge l'accusa sostenuta dal pool antimafia contro capi e fiancheggiatori delle ’ndrine più potenti della città a processo in “Epicentro”. Uno scenario criminale che si ricava dalla sentenza della Corte d'Appello che ha inflitto 44 condanne ed undici assoluzioni . Il maxi processo “Epicentro” (altre 15 posizioni con il rito ordinario) è la conseguenza giudiziaria della riunificazione delle tre indagini condotte dalla Direzione distrettuale antimafia in sinergia con Carabinieri e Polizia di Stato: l'indagine “Malefix” che ha posto nel mirino anche le generazioni moderne della cosca De Stefano; l'operazione “Metameria”, nata dopo il ritorno operativo del capoclan di Pellaro e Bocale che aveva ripreso in pugno le redine della cosca imponendo a tappeto il pizzo agli operatori economici; e l'indagine “Nuovo corso” che per la prima volta ha svelato con riscontri investigativi come la cappa estorsiva dei clan delle estorsioni non risparmiasse nemmeno i cantieri che si aprivano sul centralissimo Corso Garibaldi, il salotto commerciale e la via del passeggio della città metropolitana.

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