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Reggio, inchiesta Ducale: la Dda ricorre in Cassazione. Il Tdl scarcera Princi “lo sceriffo”

I Giudici Supremi si pronunceranno sulla richiesta di misura cautelare avanzata dalla Procura. Il Riesame: «Non si può affermare che svolgesse compiti direttivi ed organizzativi, non essendo stati individuatati della cosca

Marzo mese cruciale per l'inchiesta “Ducale” con due date destinate a dettare i tempi dell'imminente percorso giudiziario. Il 3 marzo si concluderanno i venti giorni di tempo a disposizione delle 24 persone che hanno ricevuto l'avviso conclusione indagini preliminari. Entro quella data gli indagati hanno facoltà per «presentare memorie, produrre documenti, chiedere al pubblico ministero il compimento di atti di indagine, presentarsi per rilasciare dichiarazioni, chiedere di essere sottoposto ad interrogatorio». Esauriti i venti giorni, il pool antimafia - i procuratori aggiunti Walter Ignazitto e Stefano Musolino, e il sostituto procuratore Salvatore Rossello - procederà con il passaggio successivo della richiesta di rinvio a giudizio e l'Ufficio Gip fisserà l'udienza preliminare.

Il 25 marzo si terrà davanti alla Corte Suprema di Cassazione il ricorso della Procura antimafia che si è appellata contro il no del Tribunale della libertà, confermando la decisione originaria del Gip, rispetto alla richiesta di una misura cautelare nei confronti degli indagati politici coinvolti nell'operazione “Ducale”. I Giudici “Ermellini” discuteranno le motivazioni aggiuntive del pool antimafia che insistono per una misura cautelare anche per il consigliere regionale di Fratelli d'Italia Giuseppe Neri, l'ex capogruppo del Partito democratico a Palazzo San Giorgio Giuseppe Sera e al giovane esponente Democrat e imprenditore della Vallata del Gallico, Daniel Barillà. Tutti e tre sotto accusa nel filone di indagine di “Ducale” inerente presunti brogli elettorali, all'ombra della cosca di Sambatello, nelle elezioni comunali e regionali del 2020 e 2021.

Scarcerazione eccellente

Il Tribunale della libertà, accogliendo il ricorso presentato dall'avvocato Ugo Singarella, ha disposto la revoca dell'ordinanza di custodia cautelare emessa il 13 dicembre 2024 a carico di Antonio Princi “lo sceriffo”. Antonio Princi è uno dei principali indagati del presunto fronte mafioso di “Ducale”. A suo carico un quadro accusatorio pesante: «Promotore, dirigente ed organizzatore dell'articolazione territoriale della ’ndrangheta egemone nel territorio di Calanna, originariamente espressione della ’ndrina Greco e successivamente evolutasi autonomamente – a seguito della collaborazione con la giustizia di Greco Giuseppe classe ’60 - attraverso l'aggregazione di numerosi soggetti non identificati e tramite la sinergica collaborazione con la cosca Araniti (anche in relazione al controllo dell'impianto di smaltimento Rsu di Sambatello), esercitando il controllo mafioso sul territorio di competenza, arrogandosi il diritto di autorizzare o meno qualunque attività (anche imprenditoriale) individuando le imprese da sottoporre ad estorsione, esercitando pressioni intimidatorie».

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