
Una professione in bilico su un crinale accidentato. Quello del medico di base sembra sempre più un mestiere difficile da intraprendere e sempre meno giovani sono disposti a farlo. È di due giorni fa l’ennesimo allarme lanciato dalla Fondazione Gimbe sulla situazione dei medici di base nella nostra regione.
Segnali positivi, almeno per il momento, giungono dal territorio metropolitano di Reggio Calabria dove il dato sembrerebbe in controtendenza rispetto al resto della Calabria. Se quel numero, però, lo si legge guardando al futuro allora la situazione cambia. E non in meglio, purtroppo.
Cerca di fare in punto sul contesto nella nostra provincia Francesco Biasi, segretario provinciale della Fimmg, il maggiore sindacato italiano dei medici di base.
«Al momento – spiega Biasi – nell’area della Città metropolitana di Reggio Calabria possiamo affermare che la situazione è stabile. Riscontriamo, infatti, qualche leggera carenza nell’area ionica e in quella tirrenica della provincia, mentre nel capoluogo il numero dei medici di base è ancora in linea. Nell’area della Città metropolitana ci sono 362 medici di base, divisi tra Reggio Calabria (140) e gli altri sparsi più o meno equamente tra l’area tirrenica e ionica. Diciamo che per adesso il dato è in controtendenza anche se l’età media dei colleghi è alta».
E qui che si possono intravedere all’orizzonte i problemi che nel prossimo futuro potrebbero coinvolgere anche il nostro territorio.

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