Su segnalazione del signor Roberto Canale siamo andati a verificare lo stato dei fortini di Pentimele anche se gli scatti forniti dal nostro concittadino - particolarmente attivo nell’osservazione del contesto urbano e delle sue molteplici criticità – non lasciava molto spazio alla speranza. E in effetti la verifica dal vivo dei due massicci manufatti di fine ‘800 ha confermato l’allarme. L’impressione, arrivando in cima alla collina tramite il sentiero praticato dagli escursionisti, è che lo spazio in cui insistono quattro manufatti principali, i due fortini, l’impianto radio e il costruendo monumento a San Paolo sia diventato luogo privilegiato di malaffare e vandalismo. Duole il cuore vedere il contrasto stridente tra il panorama superbo in cui si inseriscono armoniosamente le due strutture militari e i segni barbarici degli “assedianti”. Ricordiamo che i due fortini sono stati oggetto di una costosa e certosina azione di riqualificazione finanziata con fondi “Pisu” poco più di dieci anni fa. Tale azione, seguita con passione dall’allora assessore Irene Calabrò, dal dirigente Daniela Neri e da una squadra appassionata di impiegati e tecnici, aveva restituito alla comunità due autentici gioielli architettonici. Poi si era abbattuta sui progetti di utilizzo e di valorizzazione dell’area la maledizione della strada d’accesso franata e oggi in fase di lento e faticoso ripristino. L’impossibilità di salire in sicurezza in cima alla collina ha spinto nel limbo le due strutture impedendo l’accesso e lasciando campo libero a persone con ben pochi scrupoli. Se ci si affaccia dall’inferriata che chiude il fortino sud (o batteria Pellizzeri) si intravedono i due portoni interni aperti e con le vetrate infrante. Deve essere stato un gioco da ragazzi per gli esecrabili incursori arrampicarsi sugli inserti di ferro, saltare dall’altra parte e dare sfogo alla propria inettitudine. La Batteria Pentimele nord consente invece di verificare direttamente le azioni vandaliche. Il grande portone brunito è violato e spalancato. Entrando nella piazza d’armi c’è solo l’imbarazzo della scelta per la direzione da prendere con le porte scardinate e i vetri infranti. Si può girare tranquillamente per i locali in cui si vedono sia le tracce degli interventi di ripristino sia quelle degli interventi di devastazione: “lo yin e lo yang” della nostra società. Il sindaco Giuseppe Falcomatà in occasione dell’inaugurazione della batteria sud al termine dei lavori aveva messo in evidenza la perizia e la passione degli operai specializzati che non solo avevano utilizzato tecniche particolari per recuperare le murature ma che con entusiasmo comunicavano di volta in volta la scoperta e il recupero di parti sepolte dalla sabbia o dal fango.