
A San Luca dal 1993 ad oggi solo tre dei sindaci hanno potuto completare il loro mandato. Il Comune è stato commissariato per mafia la prima volta dal 2000 al 2003, poi dal 2013 al 2019. Alle scadenze non si è potuto votare per mancanza di candidati o insufficiente numero di sottoscrittori. E neppure alle elezioni dell’8 e 9 giugno scorsi sono state presentate liste, con il risultato che tuttora l’amministrazione è affidata a un commissario prefettizio, per di più affiancato dall'ennesima commissione d’accesso per sospette infiltrazioni mafiose.
A San Luca, ma non solo lì, persino trovare un candidato sindaco sembra missione impossibile. Capita soprattutto dove la pressione criminale si fa opprimente. E non è un caso che proprio dal centro aspromontato della Locride venga lanciata un’idea forte: «La Commissione parlamentare antimafia si dichiara disponibile a fornire spinta e testimonianza concreta alle comunità, con la candidatura diretta di propri membri», si legge nella relazione stilata dalla bicamerale al termine dell’ultima missione.
Dunque, si propone di candidare un parlamentare lì dove – per mille motivi – nessuno si fa avanti: è tutto nero su bianco nel documento, appena approvato in Commissione e consegnato alle Camere, che sintetizza la visita a San Luca del 19 e 20 giugno 2024. «Sarebbe un segnale di notevole valore, che potrebbe incoraggiare, in loco, altri cittadini, altre forze, ad offrire il proprio contributo e la propria disponibilità a servire quelle realtà. E potrebbe contribuire – si legge ancora nella relazione – a raccogliere altre disponibilità, di altre ed altri parlamentari, altre personalità pubbliche. Ci sarebbero da verificare situazioni di fattibilità concreta, a partire dalle modalità di raccolta firme che in alcune situazioni risultano non solo difficoltose, ma impossibili. Ma quello che, in questa sede, interessa evidenziare è la proposta concernente la disponibilità a fornire questo segnale, che rappresenterebbe ben più di una semplice, seppure significativa, testimonianza».
Lo Stato c’è anche San Luca, vuole ribadire l’organismo presieduto da Chiara Colosimo. Si deve votare, esercizio di democrazia, dove altrimenti sarebbe impossibile celebrare nuove elezioni per mancanza o insufficienza del numero di candidati.

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