Sei udienze per completare la requisitoria, culminati con una raffica di richieste di condanna pesanti come un macigno, a sostegno dell'impianto accusatorio “Inter Nos”, l’indagine della Procura antimafia e e della Guardia di Finanza che contesta un vorticoso giro di affari che sarebbero stati realizzati all'interno degli uffici amministrativi dell'Azienda sanitaria provinciale di Reggio, e nello specifico inerenti gli appalti per i servizi di pulizia e sanificazione delle strutture amministrative e sanitarie. Il Pubblico ministero Giulia Maria Scavello esordisce rimarcando quello che a suo avviso è «il punto centrale» dell'intera inchiesta: «Chiarire in che cosa consista questo atto contrario. L'aspetto più pregnante, più significativo è, quindi, interrogarsi sull'obbligo che secondo il Pubblico Ministero esisteva già in quel momento, non tanto di aderire alla convenzione Consip che per una questione di giorni in quel momento era un'opzione che ancora non era praticabile, bensì l'obbligo di attivarsi per verificare quali erano le soluzioni possibili e in particolare l'obbligo di attivarsi per verificare se presso i soggetti aggregatori fossero già disponibili delle iniziative. Tenuto conto che, peraltro, l'iniziativa proposta da Consip era in uno stato avanzatissimo». Il Pm approfondisce: «Faccio, quindi, riferimento, e anche qua con l'impegno di diffondermi più ampiamente, a una specifica normativa che dobbiamo esaminare nel suo complesso e, in particolare, alla Legge di Stabilità del 2016; a una nota che sicuramente possiamo qualificare come circolare del Ministero della Salute e del Ministero delle Finanze, la nota protocollo 2518 del 19 febbraio 2016; al DL Calabria Decreto Legge 150 del 2020, contenente misure urgenti per il rilancio del sistema sanitario nazionale e una nota attuativa del prefetto Longo».