La storia del bergamotto di Reggio profuma di sconfitta soprattutto quando il cosiddetto “oro verde” viene venduto e pagato per “piombo”. E c’è poco da gioire quando si ascoltano storie come quelle della signora Elisa che a 87 anni piange davanti ai suoi alberi con i bergamotti ancora sui rami. Il soggetto che doveva ritirarlo a 65 euro al quintale non è mai passato. Adesso, se vuole, si deve accontentare di 30 euro. Elisa è disperata. Poi aggiunge: «Nonostante le spese o lo svendo o lo butto». Molti bergamotti sono già dentro le cassette. «Ho perso più di 20.000 euro - dice disperata - Con quello che mi daranno non pagherò neppure le spese. Abbiamo lavorato per loro». Così scoppia in un lungo pianto. Una storia antica la sua, quanto quella del bergamotteto che ha visto i suoi genitori in quella terra a zappare, concimare e potare. Tanta passione tra frutti, foglie e zagara mista a sudore e a tanta delusione. Colpa del mercato, dell’economia e di chi riesce a condizionarla. Giochi tra offerta e domanda in cui si trova intrappolato l’agricoltore. E la signora Elisa è rimasta dentro come tanti altri. Tantissimi. Lei parla di una «vergogna pura» mentre mostra le mani consumate dal lavoro, ruvide e piene di tagli. Poi ci presenta il figlio: «Gli ho insegnato ad amare la terra. A che prezzo?». Frutti che rimangono sulle piante, altri raccolti e deprezzati per essere svenduti. Questa la sintesi. Eppure si tratta di bergamotto. Quell’oro verde o giallo che da frutto per la sola essenza, negli anni ‘90, si è trasformato a frutto da usare nella sua interezza per le grandi proprietà nutraceutiche. Ricco di antiossidanti e di composti chimici, potrebbe rappresentare una vera opportunità per l’economia dell’intera provincia e invece eccolo ad essere svenduto e schiacciato dalla forza del mercato e di chi lo governa che pur di abbassare i prezzi introduce il “forestiero” prodotto. Per vincere le sfide del mercato molti agricoltori attendono l’arrivo dell’indicazione geografica protetta (Igp). Un modo per essere tutelati e per dare valore non solo all’essenza ma all’intero frutto.