Dalle 12 persone colpite da misura cautelare (11 in carcere ed una ai domiciliari) agli attuali 16 indagati. La Direzione distrettuale antimafia, con provvedimento a firma del procuratore aggiunto Walter Ignazitto e del sostituto Nicola De Caria, ha chiuso le indagini collegate all'operazione “Arangea”, la retata dei Carabinieri del comando provinciale che ha colpito capi e gregari delle cosche Ficara e Latella, tra chi da tre decenni – così come rimarcato dagli stessi inquirenti anche in conferenza stampa – continuerebbero ad esercitare influenza ed ingerenza mafiosa in una vasta porzione di Reggio sud, tra Croce Valanidi, Arangea, Ravagnese, Sant'Elia, Saracinello, San Gregorio, San Leo e Occhio di Pellaro. Ai cronisti i magistrati dell'Antimafia reggina confermarono un dato inquietante: «L'esistenza della cosca di 'ndrangheta Ficara-Latella e la sua operatività nell'area meridionale di Reggio Calabria costituisce un fatto ormai acclarato nel panorama giudiziario grazie alle plurime sentenze divenute definitive che, pronunciate nel corso degli ultimi 20 anni, hanno descritto il territorio di egemonica competenza, l'espansione, gli interessi e le attività criminali a cui gli appartenenti al gruppo mafioso erano dedicati costantemente». Le accuse di ’ndrangheta e racket spiccano nel ventaglio di reati contestai dal pool antimafia: con diversi profili di responsabilità, gli indagati rispondono di associazione mafiosa, estorsione, intestazione fittizia di beni, trasferimento fraudolento di valori e detenzione di armi. L'indagine dei segugi dell'Arma provinciale sarebbe partita nel 2019 quando un imprenditore denunciò un danneggiamento mafioso. Nessuna indicazione o sospetto ammesso da chi aveva subito il raid mafioso, facendo allontanare il percorso virtuoso della denuncia delle vittime in espansione, seppure mai agevole, in altre aree cittadine. L'azione investigativa partì lo stesso con gli uomini del Nucleo operativo che facilmente inquadrarono la matrice mafiosa, ed estorsiva. Provvidenziale il primo step investigativo, piazzando le cimici nei posti giusti e monitorando i cellulari dei sospetti. Mesi dopo finiti in manette ed adesso verso il processo.