Inchiesta “Garden” sulla 'ndrangheta di Reggio Calabria, resta il nodo delle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Antonio Randisi
Ancora da definire l'ingresso delle dichiarazioni del collaboratore di giustizia, Antonio Randisi, nel processo con rito abbreviato “Garden”. Il Gup Francesca Mesto anche nell'udienza di ieri ha mantenuto la riserva sull'eventuale acquisizione delle dichiarazioni rese al pool antimafia dell'ex esponente delle cosche di Archi: un nodo che sarà sciolto nella prossima sessione. Tutt'altro che fermo il processo dopo la pesante requisitoria del Pubblico ministero, Nicola De Caria, nei confronti dei 24 imputati: a loro carico 24 richieste di condanne, con punte anche di 20 anni di galera e complessivi 356 anni di reclusione. Nell'udienza di ieri sono proseguite in Aula bunker le arringhe difensive. Fittissimo il calendario delle discussioni disposto dal Giudice dell'udienza preliminare con un intenso crono programma che deve portare alla sentenza di primo grado entro la pausa estiva. Alla sbarra capi e gregari della cosca di 'ndrangheta “Borghetto-Latella” e un cellula criminale che secondo i “Baschi verdi” del Gico del Nucleo di Polizia economico-finanziaria avrebbe operato grazie al loro avallo riuscendo a gestire una delle principali piazza dello spaccio di stupefacenti di Reggio sud.