
Aveva denunciato di sentirsi abbandonata e in pericolo insieme alla figlia, una delle due vittime minorenni della violenza sessuale di gruppo scoperta dalla Polizia e sfociata nell’operazione “Masnada”. Tanto da essere costretta a cambiare paese per fuggire da un calvario fatto di insulti e minacce. Ora Giovanni Piccolo, sindaco della città che fu di Barlaam assurta alle cronache nazionali per una vicenda atroce, in risposta a questo grido di dolore, ha invitato la giovane e i suoi familiari a unirsi al presidio silenzioso di solidarietà e vicinanza organizzato dal Comune per il 13 aprile.
«Un’occasione – ha evidenziato Piccolo – per dimostrare unità e impegno contro ogni forma di violenza sulle donne e per ribadire che Seminara non è come è stata descritta in questi giorni ma è una cittadina che ripudia ogni forma di violenza e non consente strumentalizzazioni di questa tragedia a fini personali o politici».
Parole che assumono un significato ancora più pregnante se si considera che proprio il fratello del sindaco Piccolo risulta coinvolto nella terribile storia. «La sottile linea che separa la sensibilizzazione pubblica dal rischio di speculazioni su una tragedia di tale portata – ha rimarcato il sindaco – ci ha portato finora a mantenere un basso profilo, adottando il riserbo e la massima delicatezza per tutelare le ragazze, vittime di una delle pagine più buie e tristi della storia della nostra cittadina. Tuttavia, la risonanza mediatica rende fondamentale non solo ribadire la nostra condanna verso tali atrocità, ma anche sostenere concretamente chi è stato colpito».
Piccolo ha poi ripercorso il suo personale impegno e quello dell’amministrazione, per stare al fianco della vittima e ribadire ferma condanna verso ogni forma di violenza, manifestato attraverso una serie di iniziative: «Il Comune – ha ricordato – ha deciso di costituirsi parte civile nel processo; non appena le condizioni l’hanno permesso, il 16 novembre 2023 ho personalmente visitato la giovane per trasmettere un messaggio di vicinanza da parte dell’intera comunità. Ho accolto i genitori nel mio ufficio in Comune per ascoltare le loro preoccupazioni e offrire un supporto concreto, in un momento di sincero confronto e solidarietà. È stato attivato un servizio di supporto psicologico, affidato alle nostre assistenti sociali, per aiutare la giovane e la sua famiglia a superare questo trauma con l’accompagnamento adeguato».
«A garanzia di un sostegno ancora più immediato e accessibile – ha concluso il primo cittadino – è stata sviluppata un’applicazione che consente a chiunque si senta vittima di violenza o viva un disagio di chiedere aiuto, anche in forma anonima».

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