
Era la mattina del 18 aprile 2016 quando scattò il sequestro di beni per un valore complessivo di circa 215 milioni di euro. Gli stessi finanzieri, invece, avevano bussato alla sua porta all’alba del 12 marzo 2015 per arrestarlo. Nella giornata di ieri si è conclusa in maniera definitiva la vicenda giudiziaria di Alfonso Annunziata. La Corte d’appello di Reggio Calabria, infatti, ha revocato la confisca di tutti i beni dell’imprenditore campano trapiantato a Gioia Tauro e dei suoi familiari. I giudici di piazza Castello hanno anche rigettato la richiesta di applicazione di misura personale. Il patrimonio confiscato comprendeva le quote sociali di 6 imprese, 85 unità immobiliari, 42 rapporti finanziari e denaro contante per quasi 700.000 euro. I beni erano stati confiscati in Calabria e in Campania. Nella confisca rientravano anche i due famosi parchi commerciali, di Gioia Tauro e Vibo Valentia, che portano il nome dell’imprenditore. Un totale che era stato stimato intorno ai 215 milioni di euro. L’accusa nei suoi confronti era pesante: essere socio d’affari dei Piromalli.
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