
Una mia creatura? Quasi. Sono presidente da 25 anni ma chi ha ideato la Fondazione Corrado Alvaro di San Luca, nel 1995, fu un bel gruppo di volontari. Ovviamente “sospetti” di collusioni con la ’ndrangheta, neanche a dirlo. Io c’ero, sì, diciamo che ho cooperato a una spinta che preesisteva. E poi come presidente ho preso il testimone da un altro noto mafioso, monsignor Stefano De Fiores, mariologo di fama mondiale, ora in corso di beatificazione in Vaticano. Ma parliamone».
E parliamone. Professor Aldo Maria Morace da Reggio Calabria, nella sua qualità di docente ordinario all’Università di Sassari e uno dei massimi storici della letteratura italiana a livello nazionale, cosa si prova ad essere presidente di un Cda di Fondazione sciolto per ’ndrangheta?
«Mai successo sa? I miei legali mi dicono che in 50 anni non c’è stato in Italia uno scioglimento che sia uno di un Cda di Fondazione, se non per contrasti interni. E io mi pongo una serie infinita di dubbi sull’operazione portata avanti dalla prefetta di Reggio Calabria. che forse ha avuto informazioni carenti, o errate. Guardi, io come presidente delle Edizioni Pirandello sono stato ricevuto da un ex Capo Stato, Cossiga, le pare che sarebbe successo se fossi considerato a capo di un’accolita di probabili mafiosi? E quel Ferragosto del 2018 quando Salvini ministro dell’Interno venne a San Luca, la Fondazione fu invitata, e insistettero tanto, mi ricordo, e non capivo neanche perché. Lo capii quando Salvini disse: avete un grande strumento di cultura, la Fondazione Alvaro, tutta la Locride può rinascere attraverso la cultura. Ma insomma, sono tutti stupidi?».
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